Tra i cento casi virtuosi, anche la cooperativa sociale Quid che collabora con diverse aziende di Carpi

Economia circolare: spicca la moda italiana

Dall’agroalimentare alla moda, dagli imballaggi alla meccanica, dal legno arredo all’edilizia e alla finanza, fino all’elettronica e alla chimica, l’Italia è una superpotenza nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: il 79,4 per cento, il doppio rispetto alla media europea (49 per cento) e ben superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei (la Francia è al 66 per cento, la Germania al 69 per cento). E’ quanto emerso nei giorni scorsi in occasione della presentazione del libro “100 Italian Circular Economy Stories” di Fondazione Symbola ed Enel che descrive 100 casi di economia circolare sul territorio nazionale, ritenuti particolarmente significativi in termini di solidità delle soluzioni adottate e originalità.
 

Tra questi, nel settore abbigliamento e accessori (il più numeroso in termini di aziende “circolari”), spicca Quid, cooperativa sociale che lavora con tessuti di fine serie messi a disposizione anche da diverse aziende di Carpi. Fondato nel 2013 da Anna Fiscale – 33enne veronese nominata l’anno scorso Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (leggi qui) – il progetto Quid è un riuscito esempio di inclusione sociale tramite una moda bella, etica e sostenibile. Recuperare tessuti di scarto per far nascere prodotti nuovi, dare lavoro a persone “di scarto” per far nascere persone nuove. E’ questo l’obiettivo di Quid, brand di moda etica e sostenibile che propone capi di abbigliamento e accessori in edizione limitata. Le collezioni prendono vita da tessuti di fine serie messi a disposizione dalle più prestigiose aziende italiane, mentre i capi sono realizzati grazie al lavoro di persone con trascorsi di fragilità e diverse donne vittime di violenze. Tra le imprese che collaborano al Progetto Quid ci sono diversi nomi carpigiani come Cadicagroup, Ledatex, Mabo, Mazzocchi Passamanerie, Mekkitess, Staff Jersey e Tessitura Rossi, insieme ad altri marchi prestigiosi come Marzotto e Ratti.

 

 

I rifiuti avviati a riciclo (117 milioni di tonnellate), ricordano Symbola ed Enel in una nota congiunta, trovano impiego nel settore edilizia-infrastrutture (50 per cento pari a 59 milioni di tonnellate) e nell’industria manifatturiera (33 per cento pari a 39 milioni di tonnellate). A questi si aggiungono i materiali provenienti dal recupero interno delle industrie e quelli importati, per cui “l’industria italiana raggiunge un tasso di circolarità (rapporto tra materie seconde da riciclo e totale delle materie -prime e seconde- impiegate) pari a circa il 50 per cento”.