Lo ammette anche il patron di Pitti Uomo che si è concluso il 14 giugno

Il senso di un anno difficile

E’ calato il sipario su Pitti Uomo. L’edizione estiva del salone fiorentino dedicato alla moda maschile si è svolta dall’11 al 14 giugno con 30 mila visitatori e 18 mila 500 buyer, dei quali (secondo i dati ufficiali diramati dallo staff di Pitti) 8 mila 200 esteri, provenienti da 100 Paesi. Numeri in calo di circa il 3 per cento rispetto a quelli registrati dalla rassegna un anno fa, a causa di una leggera flessione delle presenze da Cina, Germania, Spagna, Giappone, Stati Uniti e dalla stessa Italia. Bene e in crescita, invece, alcuni importanti Paesi come Francia, Turchia, Hong Kong, Belgio e Russia. Nella classifica dei primi 15 mercati esteri sempre in testa la Germania, seguita da Giappone, Spagna, Regno Unito, Olanda, Francia.

Secondo i pareri raccolti tra gli stand di Pitti, il calo delle presenze è stato sì percepito, ma la fiera si è confermata comunque l’appuntamento fondamentale della moda uomo nel mondo, il crocevia delle tendenze, il punto di incontro non solo dei principali marchi del menswear nazionali e internazionali, ma anche dei più importanti buyer italiani e stranieri. Un luogo dove scoprire nuovi brand, giovani designer, inediti progetti, conoscere potenziali collaboratori per nuovi mercati, osservare i concorrenti, trarre ispirazione dagli eventi speciali.
“Se vediamo le cose dall’alto, questo è un anno difficile – ha dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine –. Lo sanno tutti: i principali indicatori dell’andamento del commercio internazionale mostrano rallentamenti quasi ovunque, fenomeno che si verifica immancabilmente quando c’è una forte frenata dell’economia globale, a cominciare da paesi chiave come Cina e Germania (…) Ma è vero anche che la distribuzione sta cambiando tanto sotto i nostri occhi: oggi un compratore di una grande piattaforma online pesa quanto decine di boutique specializzate anni fa. Quindi restiamo ottimisti e prendiamo le misure con realismo”. 

Alla Fortezza da Basso sono state presentate le collezioni primavera-estate 2020 di circa 1.200 espositori – tra cui i carpigiani Bellwood, Champion Rochester, Essent’ial, Gaudì, Weeb&Scott e VNeck – di cui il 45 per cento provenienti dall’estero.

Una quattro giorni da immortalare e da ricordare, come suggeriva il tema dell’edizione estiva: Pitti Special Click: la Fortezza si è trasformata in un gigantesco set, dove guardare, studiare, fotografare. L’estro creativo di Sergio Colantuoni ha reso per la prima volta interamente fruibili i mille metri quadrati del piazzale centrale costruendo una gigantesca palafitta con un percorso circolare, postazioni di bar e ristorazione, divani bianchi a baldacchino, terrazze da cui godersi la vista sulle sorprese sottostanti o tuffarsi virtualmente nella cascata che sgorgava da un maxi schermo. Il tutto incorniciato in un sottofondo di suoni della natura, cinguettii, fruscio di fronde e defluire d’acque, capaci di regalare inattesi attimi di relax.  

Un palcoscenico, quello del Pitti, che ha ospitato per la prima volta, sotto le capriate lignee della Sala della Scherma, anche il brand A/X Armani Exchange e una grande installazione, allestita sul piazzale della Ghiaia, dove la street artist londinese Endless ha dipinto ritratti dell'intramontabile icona della moda per tutti i giorni della manifestazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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