La rassegna del fumettista Bonvi, da Sturmtruppen a Nick Carter

Quella parodia di soldati dal nemico invisibile

A 50 anni dalla sua prima vignetta sui mitici “soldaten”, Palazzo Fava di Bologna ospita una mostra (che ha aperto il 7 dicembre e rimarrà allestita fino al 7 aprile) dedicata a Bonvi, all’anagrafe Franco Bonvicini, uno dei più anarchici e irriverenti fumettisti italiani che disegnò l’Italia dentro una trincea a parlare tedesco maccheronico e a sopravvivere alle avversità. Era infatti il 1968 quando Bonvi presentò la striscia delle sue Sturmtruppen a Lucca vincendo il premio di Paese Sera come miglior esordiente. La mostra – curata dalla figlia di Bonvicini, Sofia, insieme a Claudio Varetto e organizzata da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae – comprende circa 200 opere tutte originali, tutte messe a disposizione dall’Archivio Bonvicini e in gran parte inedite. Nel percorso espositivo rivivono i militari delle Sturmtruppen di Bonvi, dal “soldaten” ai vari Sergenten, Capitanen, Generalen e Cuoken, fino al “fiero alleaten” Galeazzo Musolesi, unico personaggio dotato di identità. Le Sturmtruppen sono il fumetto antimilitarista per antonomasia, che denuncia la stupida bestialità della guerra. Ma nonostante l’ambientazione circoscritta nel tempo (la seconda guerra mondiale) e nello spazio (le trincee germaniche in cui tutti si esprimono in un inconfondibile slang “tedesco”) le Sturmtruppen sono un affresco di umanità di ogni tempo, quasi degli archetipi nelle loro manie e solitudini, nelle loro paure e vizi.

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