L'avventura di costruire in sala Cervi per bambini, ragazzi e adulti

Giocare con l'architettura stimola l'immaginazione

Propone un viaggio insolito sull’architettura “L’avventura di costruire”, la mostra curata dal Castello dei Ragazzi che sarà allestita alla sala dei Cervi di palazzo dei Pio da sabato 15 febbraio (inaugurazione alle 16,30 seguita da un laboratorio per tutti) a domenica 3 maggio. L’esposizione (il sottotitolo è “Giocare con lo spazio tra architetture, città e paesaggi) si rivolge a bambini e ragazzi ma piacerà anche agli adulti. “Il primo architetto che conosciamo, in un tempo molto lontano, si chiamava Imhotep e progettò le antiche piramidi egizie – si legge nella presentazione della mostra curata dalla direttrice del Castello dei Ragazzi Emilia Ficarelli insieme a Stefania Vezzani e ad Alessandra Falconi del Centro Zaffiria –. Di altri architetti, più vicini a noi, sappiamo cosa li ispirò sin da bambini: Frank Lloyd Wright, che realizzò anche una casa su una cascata, sembra giocasse con i famosi blocchi di legno di Friedrich Froebel. L’architettura è infatti uno dei primi giochi dei bambini: mettere un cubo sopra l’altro, costruire alte colonne, sfidare l’equilibrio e la forza di gravità. Distruggere e ricostruire sono tra i primi gesti del nostro giocare per assaporare il mondo, per capire cosa sappiamo fare, per cominciare a sfidare il limite”. Il percorso espositivo comprende giochi che arrivano da tutto il mondo: Cina, America ed Europa. Ci sono giochi “da museo” ideati e prodotti dal Moma di New York o dal Centre Pompidou di Parigi, per scoprire come i bambini e le bambine nutrono la loro fantasia e immaginano nuovi edifici, città, parchi gioco. Si potrà giocare con l’installazione Imaginary city, omaggio al designer Ladislav Sutnar, il quale sosteneva che il gioco fosse l’arte più importante. “I visitatori potranno inoltre scoprire e inventare architetture nella natura e architetture della cultura, risolvere problemi, imparare nuove parole – annotano i curatori –. Avranno l’opportunità di conoscere correnti di pensiero come quella dei Bauhaus, pedagogisti come Maria Montessori, architetti e designer come Ray e Charles Eames e l’artista Bruno Munari, convinto che al bambino occorresse dare, attraverso il gioco, informazioni che potranno servire quando sarà adulto”. Senza dimenticare che il gioco di oggi potrebbe essere il mestiere di domani.   

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