La macchina fotografica? Un filtro. E, dietro, il tuo vissuto

Ispirandosi a Giovanni Gastel così Francesca Terenziani definisce la passione, coltivata fin da piccola, che ne ha fatto una apprezzata fotografa di moda.

È riuscita a trasformare una passione in un mestiere. Francesca Terenziani, 40 anni, carpigiana, oggi è un’apprezzata fotografa di moda, ma la sua carriera è iniziata relativamente tardi. Diplomata in Ragioneria, ha lavorato per 12 anni come impiegata in uno studio di commercialisti. Poi la passione per la fotografia, che coltivava fin da bambina, ha preso il sopravvento e ha deciso di licenziarsi per intraprendere una nuova professione, nonostante i rischi del caso.«La mia prima macchina fotografica è stata una compatta che mi hanno regalato per la Comunione, poi sono passata alla Polaroid e poi alle macchine digitali – racconta Francesca Terenziani –. Fino a quando nel 2015 non ho conosciuto colui che sarebbe diventato il mio compagno di vita». Enrico Pignatti, anche lui fotografo, le ha insegnato i trucchi del mestiere; ha iniziato posando per gioco per lui e poi ha imparato a utilizzare la Reflex. «All’inizio fotografavo soltanto paesaggi, poi ho cominciato a fare ritratti ad amici e amiche, mi sono esercitata così – spiega –. E ho capito che potevo associare la fotografia alla moda, l’altra mia grande passione. Siccome ho cominciato questo mestiere piuttosto tardi, ho dovuto darmi una mossa e in cinque anni ho fatto quello che gli altri fanno in dieci. Ho faticato il doppio, perché buttarsi in un mondo nuovo partendo da zero non è per niente facile. Ma lo rifarei altre mille volte, perché ne è valsa la pena».

In questi anni Francesca ha studiato, ha fatto pratica e si è tenuta aggiornata partecipando a numerosi corsi, workshop e, più di recente con la pandemia, webinar online. Tra i fotografi professionisti di cui ha frequentato le lezioni, quello che le è rimasto nel cuore è Giovanni Gastel, morto di Covid a marzo a 65 anni. «Nel 2019 io ed Enrico abbiamo partecipato a un workshop di due giorni a Milano condotto da Gastel – racconta Francesca –. Lui, insieme a Helmut Newton e al mio concittadino Beppe Lopetrone, è sempre stato uno dei miei fotografi preferiti. Devo dire che è davvero una persona meravigliosa, solare, gentile, umile, disponibile, pronto ad aiutare e a dispensare consigli. Conoscerlo mi ha cambiato la vita, mi ha aperto la mente, mi ha fatto capire tante cose sulla fotografia. Grazie a lui ho fatto il salto. Tra i suoi tanti consigli, ricordo che mi disse: “Scatta di pancia, proponi la tua idea e poi magari cerca di mediare con ciò che vuole il committente. Ma prima... provaci”». 

 

Francesca ha aperto la sua attività di fotografa (Big Eye Photography) nel 2018. La sua prima “vetrina” è stata una mostra nella Sala espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi insieme all’amica pittrice Francesca Lugli, ideatrice del progetto di disegno emozionale. «Ho iniziato a scattare foto per un’amica titolare di un brand di abbigliamento, con il passaparola mi sono fatta conoscere inizialmente a Carpi e poi fuori – racconta –. Oggi lavoro prevalentemente con le aziende di moda, non soltanto del distretto locale, ma anche con marchi importanti che hanno sede a Reggio e Bologna. Realizzo shooting per campagne pubblicitarie, look book, scatti per l’e-commerce. Mi occupo io della post-produzione, ci lavoro molto: deve essere tutto curato nei minimi dettagli». Il suo stile? Ce lo spiega lei stessa: «Mi piace sperimentare, ma ovviamente mi adeguo alle esigenze e alle richieste del cliente. Comunque è sicuramente vintage, legato a un periodo che adoro, gli anni Ottanta: i colori saturi, l’effetto grana e il rosso, tanto rosso. Questo colore credo che sia legato a un ricordo di quando ero bambina; del resto, come diceva anche Gastel, la macchina fotografica è un filtro e chi è dietro l’obiettivo ci mette il suo vissuto». Ultimamente la fotografa carpigiana si sta avvicinando alla pellicola. «Sta tornando in auge – dice –, il suo fascino è intramontabile, ha un sapore così particolare e vorrei affiancarla sempre di più al digitale. Mi sto anche attrezzando con una camera oscura per la stampa».

A Francesca l’ambizione non manca di sicuro. Il suo sogno nel cassetto è diventare uno dei fotografi di moda più apprezzati, almeno in Italia. «Vorrei diventare un nome, sono molto determinata, sono consapevole di non essere più una ragazzina e quindi vorrei raggiungere i miei traguardi in breve tempo – afferma –. Qualche soddisfazione me la sono tolta finora. Di recente ho partecipato a uno shooting fotografico a Viterbo con Gabriel Rigon, ex reporter di guerra che si è convertito alla moda e ho realizzato, insieme ad altri fotografi, gli scatti per la campagna della collezione di Simone Guidarelli, uno dei più famosi stylist italiani».Nonostante la voglia di arrivare, Francesca rimane con i piedi ben saldi a terra. «Più che un’artista mi definisco un’artigiana – scherza –. Sarà anche merito delle mie origini. Sono molto orgogliosa di essere figlia di fornai (la sua famiglia è proprietaria dello storico Forno Terenziani di via Roosevelt, ndr), non sono figlia d’arte, non ho conoscenze e sono partita da zero». Un legame indissolubile quello con la sua famiglia. «Rendo sempre omaggio a mia nonna, con la quale sono cresciuta e a cui ero molto affezionata – rivela –. Quando lavorava nel forno si metteva sempre un fazzoletto legato in testa. Anche io, quando scatto, indosso un fazzoletto in testa: lo considero il mio portafortuna. Lo so che fa a pugni con la moda, ma non importa, io vado fiera delle mie origini e della mia famiglia – conclude con orgoglio –: siamo tutti dei gran lavoratori».