Magie di luce dagli oggetti perduti

A casa sua, dove ha il laboratorio, si viaggia nello spazio e nel tempo pur rimanendo con i piedi ben saldi sul pavimento. Sulla mensola del salotto c’è un televisore Telefunken degli anni Cinquanta, per terra parte di un flipper degli anni Sessanta che diversamente sarebbe marcito in un garage, in una stanza attigua un contatore della luce di qualche decennio fa, per le scale un registratore di cassa giallo anni Cinquanta. Sono solo alcuni degli oggetti vintage che Federico Varini, 33 anni, geologo, cerca e acquista nei mercatini dell’antiquariato e dell’usato per recuperarli, reinventarli, lavorarli e farli rinascere come lampade di design. Una passione che nell’autunno del 2019 si è espressa in un progetto al quale Federico di recente ha dato il nome di Lumos Maxima. «Una citazione – spiega –. Durante il lockdown, come tanti ho impegnato il tempo con una maratona di Harry Potter: il maghetto pronunciava queste due parole e per incantesimo la bacchetta diventava una torcia. Mi è piaciuto» 

La passione per il vintage, il fai da te e il restauro (che ha appreso da autodidatta) è qualcosa che gli ha trasmesso il padre, appassionato di libri antichi e il primo a portarlo per mercatini fin da bambino. «Amo le cose di epoche passate – racconta –, scoprirne utilizzi perduti nel tempo. Il mio progetto è diretto sia a recuperare oggetti anche di pregio che andrebbero buttati ma che possono avere ancora un utilizzo, sia a far conoscere la storia di cose si cui si è perso il ricordo. Banalmente, anche di una videocassetta che a un ragazzo di oggi dice poco».