Nell'attesa che si concludano finalmente i lavori, associazioni a raccolta per progettarne il futuro

Casa della Comunità: a Carpi la prima assemblea 'di condominio'

Si è tenuta ieri sera, all'Auditorium della Biblioteca Loria il primo incontro del percorso partecipativo della nuova Casa della Comunità (già chiamata Casa della Salute) in corso di completamento in viale Peruzzi.

Organizzato da Ausl di Modena e Unione Terre d’argine, l'incontro (qualcuno l'ha definito "una assemblea di condominio") ha avuto quali protagonisti i soggetti del Terzo settore, chiamato alla co-progettazione della struttura che sta sorgendo (tra mille difficoltà e lungaggini) a Carpi. "Il mondo dell’associazionismo locale - afferma una nota dell'Ausl - ha risposto presente all’appello, riempiendo la sala e partecipando in modo attivo al dialogo, che ha visto inizialmente gli interventi di Tamara Calzolari, Assessore alle politiche sociali del Comune di Carpi, Stefania Ascari, Direttrice del Distretto sanitario di Carpi, e Vanessa Vivoli, in rappresentanza dell’Agenzia sanitaria della Regione Emilia-Romagna". Le conclusioni sono state tratte dal sindaco Alberto Bellelli.

Dopo una breve introduzione, con un excursus sulle radici normative di queste strutture intermedie che fanno da ponte tra l’assistenza ospedaliera e il domicilio, i relatori hanno illustrato al pubblico presente in sala e a quello collegato da remoto che cosa è una Casa della Comunità:  "un luogo - è sempre l'Ausl a definirla così - in cui il cittadino trova risposte a bisogni occasionali o complessi, come quelli che riguardano la cronicità, la non auto-sufficienza e le cure palliative, ma anche un luogo dove si promuove la salute, si fa prevenzione e si educa a sani stili di vita e comportamenti corretti. E ancora, una struttura che presenta un forte legame con i ragazzi e la loro salute, non a caso trova collocazione affianco al polo scolastico, con servizi di tipo consultoriale, dal benessere riproduttivo alle cure perinatali. La Casa della Comunità di Carpi, che rappresenterà l’hub distrettuale (a Novi e Rovereto è già presente una Casa della Comunità che sarà spoke, così come quelle in programma a Soliera e Campogalliano) e conterrà la nuova Centrale Operativa Territoriale, sarà inserita all’interno di una rete che prevede, tra le altre cose, l’infermieristica di Comunità e un Ospedale di Comunità (oggi temporaneamente a Novi in attesa del completamento di quello di Carpi, in fase di realizzazione grazie a un investimento del Comune). Forte anche la valenza sociale di questa nuova struttura, ancora una volta sottolineata dalla collocazione di fronte alla sede della Casa del Volontariato, con cui si proseguirà un percorso di collaborazione che in questo territorio ha radici solide".

 

“Abitiamola insieme”: è stata riassunta così la proposta che le istituzioni hanno fatto al Terzo settore, illustrata in dettaglio nelle relazioni di Cinzia Minozzi, Responsabile dell’assistenza territoriale del Distretto di Carpi, Paola Elisa Rossetti, responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Unione Terre d’argine, Emanuela Ferri, Referente Aziendale Medicina d'Iniziativa e Continuità, e Valeria Lodi, referente del Centro Servizi Volontariato. 

I prossimi passaggi di questo percorso partecipativo saranno diversi: si formeranno tre gruppi, tre contenitori d’idee su “informazione e comunicazione”, “ragazzi, salute e famiglia” e “i nodi della rete”, che saranno chiamati alla co-costruzione della Casa della Comunità.

“Passare da Casa della Salute a Casa della Comunità – ha commentato Tamara Calzolari – rappresenta un cambio di paradigma nello sviluppo di un modello che intende accrescere sia gli standard di assistenza territoriale socio sanitaria, sia i percorsi di prevenzione. Sono luoghi nati dall’idea di portare i servizi sanitari sempre più vicini alla comunità, così come auspicato dall’Europa e dal servizio sanitario nazionale". 

Nelle intenzioni, a Carpi nascerà dunque una Casa della Comunità "Hub", ovvero con servizi di riferimento per tutti i cittadini del distretto dell'Unione Terre d'argine, come ad esempio la Centrale Operativa Territoriale, mentre negli altri Comuni sono previste Case della Comunità "spoke" con servizi dedicati ai cittadini di quel territorio. La sfida è quella della presa in carico delle persone che invecchiano e hanno delle patologie croniche, ma anche offrire un supporto ai giovani e la prevenzione: non è un caso che la sede carpigiana sia posizionata vicino alle scuole superiori e che al suo interno verrà realizzato anche un consultorio.