''Da mesi registriamo - dice il sindacato - una crescente e diffusa difficoltà nella gestione del personale''

La Uil Funzione Pubblica dichiara lo stato di agitazione sindacale all'Ausl e all'AOU

Il Sindacato UILFPL Modena ha dichiarato lo stato di agitazione nei confronti dell’Ausl e dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena aderendo e condividendo appieno le ragioni della vertenza regionale sulla sanità lanciata nei giorni scorsi dal segretario della Uil Emilia Romagna e Bologna Giuliano Zignani (nella foto).

"Negli ultimi mesi, infatti - afferma una nota diffusa in serata dal sindacato -, si osservano palesi criticità nella gestione del Servizio Sanitario Regionale, con possibili ricadute negative nei confronti dei servizi offerti alle collettività locali, a partire dall’evidente aumento dei tempi di attesa per prestazioni specialistiche e interventi chirurgici". 

“L’Ausl e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria - prosegue la Uil - continuano con una politica di gestione del personale in costante emergenza e con un evidente sottodimensionamento dei servizi. La Uil Fpl ritiene necessario valorizzare le risorse umane al fine di ottenere il miglior risultato in termini di applicazione dei diritti contrattuali e dei bisogni dei cittadini anche attraverso politiche di assunzione. Situazione che, allo stato attuale, fa sì che nonostante i continui proclami della Regione, nell’ambito dell’Ausl e della Azienda Ospedaliero-Universitaria il personale continui a surrogare con il proprio lavoro le carenze di programmazione della Regione e delle stesse Aziende”.

 

La Uil denuncia che da mesi registra una crescente e diffusa difficoltà nella gestione del personale. "Uno stato di cose - sostiene la Uil - che ha dirette ricadute sulle migliaia di dipendenti delle aziende ed i relativi servizi. Si ritiene indispensabile intervenire con una serie e strutturate politiche assunzionali, e non solo con provvedimenti emergenziali, diversamente Ospedali e Servizi Territoriali andranno al collasso. Tra le varie situazioni vi è certamente una programmazione di turni massacranti anche di 12 ore, fino a 15 giorni di lavoro consecutivo, con lavoratori che si alternano tra due/tre servizi diversi; una diffusa criticità legata alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro rispetto ad un corretto utilizzo di istituti come le ferie che diventano sempre più incerte per tanti dipendenti; la gestione a rilento delle mobilità all’interno dell’azienda, dove, ad esempio nell’Ausl, sono scadute buona parte delle graduatorie che non hanno visto il completo scorrimento; carichi di lavoro importanti gravati ulteriormente dalla mancanza di chiarezza e risposte rispetto a dotazioni organiche e turnover che non possono essere riportati ad una situazione pre-pandemia; la mancata sostituzione, promessa dalle aziende, del personale assente o sospeso per inadempienza degli obblighi vaccinali; il preoccupante fenomeno del licenziamento di molti professionisti logori da turni incessanti ".