Grazie al monitoraggio continuo dei parametri vitali dei pazienti

Nella battaglia contro il Covid il Ramazzini all'avanguardia

Al Ramazzini, grazie a un monitoraggio continuo dei parametri vitali consentito dalle moderne apparecchiature in dotazione all'ospedale è possibile offrire ai pazienti Covid terapie mirate e una migliore risposta clinica all'infezione da Coronavirus. Lo affermano gli specialisti dell'ospedale di Carpi che attualmente tengono sotto attento monitoraggio 28 posti letto nella struttura: 16 in Medicina d'urgenza, 8 in Medicina interna e 4 in Rianimazione. Saturazione dell’ossigeno, frequenza respiratoria, pressione arteriosa, tracciato elettrocardiografico: i numeri e le linee scorrono sui monitor attentamente vagliati dal personale sanitario, che al primo campanello d’allarme possono così intervenire tempestivamente. Sono questi i parametri vitali dei pazienti ricoverati nei 28 posti letto monitorati, dedicati ai pazienti Covid positivi, di cui è dotato l’Ospedale Ramazzini di Carpi.

"Grazie agli investimenti recenti - precisa l'Ausl -, frutto di un'attenta programmazione e progettazione, il Ramazzini ha incrementato la dotazione di letti dotati di sistemi in grado di garantire assoluta continuità di sorveglianza, fondamentale per quadri clinici instabili o incerti anche durante il trasporto (per esempio verso diagnostiche radiologiche). Il dato infatti viene inviato costantemente e in tempo reale dal posto letto alle varie centrali di monitoraggio, presidiate da medici e infermieri. In Medicina interna sono presenti 8 letti con possibilità di monitoraggio: 4 con monitor multiparametrici e 4 telemetrie mobili che consentono il controllo a distanza di pazienti con possibilità di movimento. Entrambi i dispositivi sono collegati a una centralina collocata nella guardiola infermieristica. Una grande risorsa per i professionisti e per i pazienti stessi". "La possibilità di monitoraggio – spiega la dottoressa Adele Palomba (nella foto), alla guida della Medicina interna del Ramazzini dopo il pensionamento del dottor Carlo Di Donato – rende più sicura la scelta terapeutica da intraprendere, perché fornisce un ritorno immediato della risposta clinica del paziente a quella determinata cura. Ciò ha consentito di trattare adeguatamente l’insufficienza respiratoria nei pazienti affetti da Covid scegliendo tra le diverse modalità: casco C-PAP, ossigeno ad alti flussi e, nella malattia meno severa, la cosiddetta maschera di Venturi. Attraverso il monitoraggio continuo è possibile offrire il contesto assistenziale più adeguato, trasferendo il paziente nei reparti ad alta intensità di cura solo in condizione di reale necessità, evitando, in accordo con i colleghi rianimatori, un approccio invasivo precoce”.

"I 16 posti letto monitorati in Medicina d’urgenza - aggiunge a sua volta la direttrice del Pronto Soccorso e della Medicina d'urgenza del Ramazzini, la dottoresa Chiara Pesci -, collegati a due centraline, sono fondamentali  perché consentono di ventilare i pazienti ricoverati in terapia semintensiva in totale sicurezza, ancora di più nel caso dei malati Covid in ventilazione non invasiva ". “L’emergenza sanitaria in corso – affermano infine Stefania Ascari e Andrea Ziglio , rispettivamente Direttore del Distretto di Carpi e responsabile Direzione Medica del Ramazzini – ha sicuramente contribuito alla crescita professionale del personale medico e infermieristico delle unità operative del Ramazzini coinvolte nella gestione dei pazienti Covid, grazie al miglioramento della dotazione tecnologica e all a formazione continua sia teorica che pratica. Tutto ciò ha permesso di fornire una risposta immediata alle necessità sanitarie del momento, ma che sarà utile anche in futuro per i pazienti che presenteranno condizioni critiche di varia origine. Inoltre è utile sottolineare come la migliorata risposta clinica, unita al grande apporto fornito dagli Ospedali di Comunità di Soliera, Novi e Fanano nell’assistenza ai pazienti Covid positivi, hanno determinato una riduzione dei tempi di ricovero nei reparti per acuti, con il conseguente aumento del turnover: nei momenti di massima pressione epidemiologica come quello che stiamo vivendo è sicuramente un fatto molto positivo".