Attualmente, con dieci "Comunità amiche delle persone con demenza" la provincia di Modena è la prima in Italia per numero di Comuni che stanno lavorando per permettere alla persona con demenza di rimanere nella propria casa il più a lungo possibile, offrendo ai familiari maggiori risorse e opportunità per sostenere il loro lavoro di cura. Sul territorio provinciale sono state avviate alcune sperimentazioni in tal senso, a partire da quella di Formigine che ha aderito ad un progetto proposto da Alzheimer’s Disease International nel 2019, a cui sono seguite nel tempo le proposte dei Comuni di Maranello, Nonantola, San Prospero, Mirandola e San Felice sul Panaro che hanno formalizzato i relativi tavoli promotori grazie all’impegno delle associazioni dei familiari locali. Nel settembre 2022 si è aggiunto il Comune di Modena, mentre nell’anno in corso è stata la volta di Camposanto, Sassuolo e, l’ultimo in ordine temporale, Carpi. E' quanto emerso nel corso di un incontro promosso dall'Ausl e dll'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena in concomitanza con la Settimana dell'Alzheimer. “Ogni giorno prendersi cura della persona con demenza” è anche quest’anno lo slogan della Settimana dell’Alzheimer, in programma in provincia di Modena dal 17 al 28 settembre con un ricchissimo calendario di iniziative ed eventi, ben 28, che prevedono la collaborazione di enti locali e associazioni di volontariato e la partecipazione di relatori di alto profilo nel settore.
"La provincia di Modena - sostiene l'Ausl per l'occasione - ha sempre avuto una forte attenzione alla gestione delle demenze, anche e soprattutto per il forte impatto di questa condizione sia sui servizi sanitari (compreso l’ospedale) che sociali e per l’impegno che coinvolge un numero elevato di famiglie (caregiver) e operatori della rete, tanto da portare la comunità scientifica, a livello nazionale e internazionale, a parlare di “modello Modena”. Fin dall’avvio del progetto regionale demenze alla fine degli anni ’90, la provincia di Modena ha sempre espresso una forte attenzione alla necessità di creare una rete diffusa territoriale per la gestione delle persone con demenza e delle loro famiglie, con la scelta di realizzare un Centro per i Disturbi Cognitivi (CDCD) in ogni Distretto". Sono quasi 12 mila le persone con demenza in provincia di Modena (circa 70.000 in Emilia-Romagna) dei quali il 60% ha la forma più nota e grave, l’Alzheimer . Il report regionale evidenzia infatti che al 31 dicembre scorso i casi di demenza in provincia di Modena sono 11.534 (contro i 10.819 del 2021), numero che è destinato ad aumentare in rapporto all’invecchiamento della popolazione, tenendo presente che la fascia degli ultra 85enni è in incremento ed è quella dove la demenza incide di più (arrivando a percentuali del 30/40%), ed è prevalente nel sesso femminile. La prevalenza nella provincia modenese è di 26,8 per mille abitanti. Sul totale, la percentuale di malati di Alzheimer è del 65% circa.
Il 24,5% dei pazienti, corrispondente a 2.836 persone con demenza (anche qui in aumento rispetto alle 2.711 del 2021), è inserito in percorsi di Assistenza domiciliare integrata , mentre il 21,5% (2.478 anziani con demenza) è assistito in CRA-Case Residenza Anziani , lo 0,6% in Hospice (68 persone): queste percentuali rappresentano la fascia di popolazione affetta da forme di gravità maggiore. Sono quasi 4.000 le persone con demenza ricoverate annualmente negli ospedali della provincia. Fondamentale, per l'Ausl, è anche il lavoro che si sta facendo con le associazioni e le comunità locali (non solo le associazioni Alzheimer ma anche quelle legate al mondo degli anziani e le associazioni di categoria) per promuovere iniziative che vanno nella logica della prevenzione della demenza e dell‘inclusione per combattere isolamento e stigma. "Fra le tante iniziative - hanno sottolineato gli operatori di settore intervenuti all'incontro promosso dall'Ausl - è doveroso citare le Palestre della Memoria diffuse nei Distretti di Castelfranco Emilia e Modena ed avviate anche negli altri distretti (Pavullo, Mirandola, Carpi, Vignola e Sassuolo), il progetto In Forma Mentis (ginnastica, nutrizione e allenamento della memoria) e quelli legati all’invecchiamento attivo che si stanno facendo in collaborazione con la Medicina dello Sport (fra cui la ricerca AirAlzheimer per la quale l’Azienda USL ha vinto un apposito bando). Oggi infatti è noto che la demenza si può prevenire: l’ultimo rapporto dell’Alzheimer’s Disease International, recentemente pubblicato, conferma che sulla base delle più recenti evidenze scientifiche sono 12 i fattori di rischio per l’insorgenza di questa patologia, e precisamente l’inattività fisica, il fumo, l’abuso di alcol, l’inquinamento ambientale, i traumi cerebrali, l’isolamento sociale, il basso livello di istruzione, l’obesità, l’ipertensione, il diabete la depressione e la perdita dell’udito. Questi fattori, se adeguatamente controllati, possono ridurre di circa il 40% i casi di demenza e vanno contrastati attraverso una forte azione sugli stili di vita e il monitoraggio sulle patologie croniche: ambiti, questi, su cui la Regione Emilia-Romagna e le aziende sanitarie intendono rafforzare il proprio impegno".
(Nella foto: i partecipanti alla presentazione della Settimana Alzheimer con, da sinistra, seduti Manuela Costa, Neurologia Ausl; Annalisa Chiari, Responsabile progetto demenze AOU; Giovanna Zamboni, Professore associato di Neurologia UNIMORE; in piedi Chiara Vincenzi, Neurologia Ausl; Andrea Fabbo, Direttore UOC Disturbi cognitivi e demenze Azienda USL di Modena; Francesca Neviani, Geriatria AOU)