Preoccupazione per la 'riorganizzazione' dell'urgenza-emergenza

La riorganizzazione dei servizi sanitari di urgenza-emergenza a livello provinciale continua a preoccupare la società civile. Il tema, già presentato in via preliminare alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena, è ancora in via di definizione ma non mancano i primi commenti. Quello del sindacato, prima di tutto, e poi anche quello, più polemico, di Fratelli d'Italia. «Crediamo sia sbagliato scaricare sul volontariato funzioni che devono restare in capo ai professionisti della sanità, cioè i medici e gli infermieri - affermano la Cisl Emilia Centrale e il suo sindacato dei pensionati Fnp commentando il piano di riorganizzazione dell’emergenza-urgenza sanitaria su cui sta lavorando l’Ausl di Modena -.Non ci convince l’operazione “meno infermieri più volontari”. Il volontariato è una risorsa straordinaria del nostro territorio e svolge un ruolo fondamentale di supporto attraverso molteplici azioni sociali a favore delle persone più fragili. Bisogna, però, evitare di assegnargli una funzione sostitutiva del lavoro pubblico e professionale. Tra l’altro – aggiungono le due sigle sindacali – le stesse associazioni di volontariato, con le quali abbiamo rapporti proficui e frequenti, ci segnalano che in questa fase storica è più difficile reclutare persone disponibili. Occorre, poi, scongiurare il pericolo che il piano Ausl acuisca le disuguaglianze territoriali tra centro e periferia. Proprio per evitare che i cittadini di alcune zone della provincia siano penalizzati rispetto ad altri, nelle riunioni della Ctss (Conferenza territoriale socio-sanitaria) abbiamo sempre ribadito la centralità del territorio e la necessità di azzerare eventuali difformità qualitative e quantitative delle prestazioni. Restiamo, pertanto, in attesa dei prossimi incontri della Ctss, presso la quale – concludono Cisl Emilia Centrale e Fnp Cisl Emilia Centrale - vogliamo condividere questi e altri principi a tutela della sanità pubblica modenese».

Sul presunto depotenziamento dei servizi sanitari nella Bassa giunge invce la secca nota di protesta della Lega che protesta per la sospensione del servizio di auto medica nottura a Mirandola: "Già in passato avevamo denunciato la sospensione dell’auto medica, prendendo atto -della rassicurazioni di Ausl- che il servizio notturno sarebbe comunque stato garantito dall’auto infermieristica – commenta il consigliere della Lega a Mirandola e segretario provinciale Guglielmo Golinelli - Ora, a pochi mesi di distanza, dalle timide rassicurazioni fornite per lenire la portata della nostra denuncia, l’Azienda comunica, attraverso il solito utilizzo sgonfiante della semantica, l’ulteriore depauperamento dei servizi dell’Ospedale Santa Maria Bianca, con la perdita dell’auto infermieristica notturna. Non crediamo più alle “sospensioni” e alle “riorganizzazioni”: due termini impropri che nascondono una dichiarata opera di tagli ai servizi che espone sempre maggiormente la comunità al rischio di non poterne usufruire in caso di impellenza e necessità”.

Dal canto loro, il senatore Michele Barcaiuolo e il consigliere provinciale Stefano Venturini di FdI hanno commentato: “Continua il depotenziamento del servizio di Soccorso nella bassa a targa PD. Perché di questo si tratta, se potenziamento. Tagli. Non “ottimizzazione delle risorse”, come ama esprimersi l’Ausl. L'assessore Donini poi parla di rivoluzione, quando in realtà certifica l'ennesimo taglio alla sanità, ancor peggio perché questo riguarda il servizio di urgenza, il primo step del soccorso, quello che spesso ha il potere di salvare la vita. Abbiamo stima e riconoscenza del volontariato, terza colonna di questo nostro Paese, ma pensiamo che ad ognuno tocchi il suo mestiere. Non crediamo che il soccorso urgente sia da affidare al generoso lavoro dei volontari ma ad infermieri professionali, laureati e preparati per gestire l’ urgenza, somministrando anche farmaci salvavita. Non dunque all'impiegato che nobilmente si presta a fare servizio sulle ambulanze di Pubblica assistenza, per sopperire ovviamente ai tagli della Regione Emilia Romagna. La Bassa continua ad essere terra di svendita, dopo aver perso l'auto medica e poi l'auto infermieristica, addirittura si pensa di potenziare il volontariato togliendo infermieri professionali.Donini dica chiaramente che la Bassa é territorio sacrificabile. Adesso é ora di opporsi duramente a queste operazioni che mettono a rischio in primis la sicurezza dei cittadini, oltre alla qualità dell’assistenza, un servizio che tutti sovvenzionano largamente. Il cittadino merita di essere soccorso da professionisti, tanto a Finale quanto a Modena, quanto all’Appennino”.