Santa Caterina: una farmacia e una dinastia

Ricorrono i 30 anni della farmacia aperta dalla dottoressa Marina Colli nel 1992, approdo di quattro generazioni di farmacisti

Trenta sono le candeline che ha acceso la Farmacia Santa Caterina il primo giugno, un significativo compleanno (o meglio anniversario) opportunamente festeggiato sia con tutto il personale in una cena dedicata, sia con i clienti a cui è stato donato un piccolo omaggio celebrativo. Era infatti il primo giugno 1992 quando la Dott. Marina Colli prese in gestione  la prima farmacia comunale, sorta a Carpi nel 1989 e messa all’asta dopo un paio d’anni. La chiamò come sua figlia Caterina per espresso desiderio del padre, il Dott. Dante Colli a testimonianza di una famiglia che ha nel suo DNA la passione e la dedizione per questa professione.  Marina Colli e sua figlia Caterina infatti fanno parte di una discendenza che è arrivata alla quarta generazione di farmacisti. Già il nonno Dott. Carlo Colli nel lontano 1931 si era laureato in Chimica farmaceutica e aveva preso in gestione la Farmacia del Giglio, l’attuale Farmacia del Popolo in via Carlo Marx. Dopo di lui  è diventato farmacista anche il figlio Dante, i suoi figli Marina, Carlo e Anna, la figlia di Marina, e a breve le nipoti.

 

Marina, com’è cominciata quest’avventura?

«Nel 1992 lavoravo nella farmacia “del Popolo” da quattro anni, tempo indispensabile per avere i requisiti necessari per prendere in gestione una farmacia. Da tre settimane ero diventata mamma (per questo mio padre mi propose di chiamarla Caterina come mia figlia). All’inizio eravamo al posto del negozio del parrucchiere Azzolini; nel 1999 facemmo un primo ampliamento, poi dal 2012 ci siamo trasferiti nella sede attuale, più grande, sempre in via Pezzana ma al civico 82. All’inizio a lavorarci eravamo in tre persone, mentre adesso siamo in 12 di cui otto farmacisti e quattro non farmacisti. Abbiamo specializzazioni diverse, dalla telemedicina alla consulenza cosmetica, tanto per fare degli esempi, e questo arricchisce molto le conoscenze che possiamo mettere a disposizione dei nostri clienti».

 

Com’è cambiato il vostro mestiere nel corso dei trent’anni?

«Per molti decenni la nostra professione è rimasta uguale, con le stesse competenze e persino con gli stessi orari, mentre dall’introduzione del decreto Storace in avanti, più o meno dal Duemila, c’è stata una vera e propria rivoluzione. Da quel momento è cambiato il concetto di salute che si è allargato: adesso per salute non si intende più soltanto l’assenza o la cura di una malattia, ma anche la prevenzione e più in generale il mantenimento di uno stato di benessere. Questo cambiamento ha avuto un’accelerazione ancora più evidente negli ultimi anni, con la pandemia. Tutti abbiamo dovuto ridefinire cosa è essenziale e cosa no e questo ha avuto una ricaduta su di noi anche dal punto di vista professionale».

 

In che senso?

«Ha consolidato il nostro ruolo di impresa con valore sociale. Durante la crisi sanitaria abbiamo rivestito un ruolo importante: dalla nostra posizione, sempre accessibile e disponibile, siamo stati a contatto diretto con i cittadini facendo da collegamento fra questi ultimi e gli altri settori della Sanità (Pronto Soccorso, Ospedale, medici di base). La cittadinanza ha dimostrato di apprezzare il ruolo dei farmacisti, e la farmacia è diventata così un punto di riferimento importante in un momento di incertezza e fragilità. Noi abbiamo cercato di essere flessibili, mettendo in atto tutto quello che era in nostro potere per limitare il contagio, dando informazioni corrette alla cittadinanza e dando supporto al Sistema Sanitario Nazionale con tamponi e vaccini. Grazie al rapporto stretto che viviamo quotidianamente con le persone, anche in questa situazione, abbiamo continuato a  prendere in carico la loro salute, dando un contributo per migliorare (per quel che possiamo) la qualità della loro vita».

 

E in futuro come sarà la vostra professione?

«Immagino che dovremo riprogettarla sulla base di nuove sfide e nuove possibilità come quelle della Telemedicina che rappresenta un capitolo importante del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr): la pandemia ha infatti evidenziato ancora di piu’ la necessità di sfruttare nuove tecnologie e di offrire nuovi servizi per consentire a tutti i cittadini l’accesso alle cure. Ad esempio eseguire  elettrocardiogramma, holter cardiaci e pressori inviando il tracciato e quindi ricevere il referto in via telematica dal  Cardiologo, chiedere un consulto medico  oppure eseguire tests biologici e vaccinazioni . Ma ci sono alcune parole chiave che varranno sempre, come: competenza, senso di responsabilità, accessibilità, valore della relazione, etica molto forte. Cerchiamo di essere professionisti autorevoli e al tempo stesso vicini alle persone, specialmente nei momenti in cui si sentono più fragili o hanno bisogno di essere rassicurati».

Farmacia Santa Caterina: www.farmaciecolli.it - fb: farmaciecolli