Presentato ai sindaci del Comitato Territoriale Sociale e Sanitario

Un piano dell'Ausl per tagliare i tempi d'attesa per visite ed esami clinici

La richiesta di prestazioni sanitarie, esami e visite specialistiche, è aumentata lo scorso anno del 12 per cento rispetto al periodo pre-Covid. Anche questo, assieme ad altri fattori, ha contribuito ad allungare a dismisura le liste d'attesa del Servizio Sanitario Nazionale, ovunque in Italia ma anche in Emilia-Romagna. Per questo l'Ausl di Modena ha presentato ieri ai Sindaci componenti del Comitato Territoriale Sociale e Sanitario un suo piano per ridurre le attese da parte dei cittadini, in un quadro di crescenti difficoltà da parte della sanità pubblica. La direttice genrale dell'Ausl di Modena, Anna Maria Petrini, nel presentare il piano aziendale ha sottolineato la carenza di mezzi finanziari a disposizione e la mancanza di personale medico, particolarmente in alcune specialità.

"Complessivamente - riferisce una nota diramata dalla Commissione Territoriale Sociale e Sanitaria - si sta lavorando per un incremento di offerta di visite ed esami stimata in  più 200mila prestazioni a livello provinciale, da attuare progressivamente in modo commisurato alle risorse disponibili, e una pianificazione delle disponibilità sul lungo periodo, in modo dinamico rispetto alle richieste. Il piano viene realizzato grazie alla collaborazione coordinata tra le strutture pubbliche e il privato accreditato al quale si è chiesto un contributo non solo in termini di prestazioni aggiuntive, ma anche di presa in carico degli accertamenti necessari al completamento diagnostico in seguito a una prima visita. Per quanto riguarda la difficoltà nel reperimento di personale specializzato, soprattutto in alcune branche come l’oculistica, la dermatologia, la fisiatria e la radiologia per quando riguarda la specialistica, che si aggiungono alle carenze negli ambiti di assistenza ospedaliera (emergenza-urgenza, ginecologia e anestesiologia e la radiologia), le Aziende sanitarie modenesi sono costantemente impegnate nel reclutamento delle risorse necessarie a garantire le progettualità".

Tra i pilastri del Piano, il rafforzamento della presa in carico della cronicità, con le Case della Comunità come luoghi deputati alla risposta di prossimità e l’introduzione di nuove figure come l’Infermiere di Comunità, sempre più presente sul territorio provinciale; il supporto “smart” garantito dalla telemedicina, con il monitoraggio a distanza e la telerefertazione, che consente di avvicinare l’assistenza primaria ai luoghi di vita dei cittadini; nonché il potenziamento del progetto “Specialista on Call”, che mette in rete medicina generale e specialisti per un consulto puntuale sui casi clinici. Ad oggi sono 18 le branche coinvolte nel progetto, in graduale espansione: l’ultima ad aggiungersi è la Pediatria, consentendo così un confronto ancora più strutturato tra Pediatri di libera scelta e Pediatri ospedalieri. Oltre a esami e visite, il Piano contiene anche azioni a favore dell’incremento della chirurgia ambulatoriale: anche su questo ambito le Aziende stanno lavorando da tempo per l’ottimizzazione e la massimizzazione delle piattaforme chirurgiche, con il coinvolgimento attivo della Casa della Comunità Regina Margherita di Castelfranco Emilia, che va ad aggiungersi ai presidi ospedalieri di Mirandola, Carpi, Modena (Policlinico e Baggiovara), Sassuolo, Vignola e Pavullo. E' auspicabile che le misure messe in campo dagli enti sanitari modenesi possano conseguire l'obbiettivo di ridurre le liste d'attesa che preoccupano non poco i cittadini, come ha anche rilevato nel suo intervento di apertura dei lavori, il presidente della Conferenza Territoriale, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli.

(Nella foto, di repertorio: una seduta della CTSS)