Oggi il ritorno in classe al 70 per cento tra i tira e molla del Governo e le leggi di Seta

Non ancora al 100, bensì al 70 per cento. Oggi gli studenti delle superiori dell’Emilia Romagna sono tornati in classe in quest’ultima percentuale: una decisione che gli assessori regionali Raffaele Donini e Paola Salomoni dicono aver presa – a tre giorni da oggi - in quanto più gestibile di altre, in questo momento, da diversi aspetti, a partire da quello sanitario (contact-tracing, screening, isolamenti fiduciari) per arrivare al tema del trasporto pubblico passando per le difficoltà organizzative dei singoli istituti a far convivere la presenza totale con le norme di sicurezza. Comprensibile, soprattutto in ragione dell’alto numero di varianti, anche se è altrettanto sotto gli occhi di tutti come in questi mesi poco sia stato pensato e fatto per garantire una maggiore sicurezza a scuola. Ecco allora che dopo i vari tira e molla che nell’arco di pochi giorni hanno paventato la possibilità prima di un ritorno al 100 per cento, poi al 60, poi ancora al 70, le scuole si sono organizzate in vista di oggi. «Il nostro problema riguarda i corsi che frequentano sei ore al giorno – spiega il professor Luigi Vaccari, dirigente scolastico dell’istituto Meucci di Carpi –. Ciò fa sì che la nostra massima priorità sia quella di garantire loro il primo turno, dalle 8 alle 14, anzichè quello dalle 10 alle 16, anche in considerazione del fatto che ci sono ragazzi che vengono da lontano. Dopo di che, tutto il resto viene da sé. Le percentuali di frequenza in presenza sono quelle obbligate dalla legge dettata da Seta. E’ una problematica che affligge solo Modena e Reggio Emilia, mentre nel resto della regione i trasporti si sono organizzati per garantire il 70 per cento della presenza di tutti gli alunni in un turno unico. Da noi no, quindi al tavolo della Prefettura abbiamo dovuto accettare le percentuali cui abbiamo dato seguito: il 50 per cento frequentano il primo turno dalle 8 alle 13, oppure dalle 8 alle 14 per chi ha sei ore; il 20 per cento dalle 10 alle 15; il restante 30 per cento segue in didattica digitale integrata. L’obiettivo più immediato è di arrivare a fine anno, mancano poche settimane, poi si vedrà per il prossimo». Per settembre si spera più speranze nei vaccini o nei trasporti, allora? «Bella domanda – continua Vaccari –. Forse nei trasporti, che attualmente ci condizionano più di ogni altra cosa». 

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