Gli studenti del Liceo Fanti simulano un processo per diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti

L’atrio della scuola trasformato per una mattina in un’aula di tribunale. E’ quanto avvenuto venerdì scorso, spiega una nota, presso il Liceo “Manfredo Fanti” di Carpi, a conclusione di una serie di incontri sulla legalità, le discriminazioni e le pari opportunità. Nei panni di giudice, pubblico ministero, imputato, persona offesa, avvocati e testimoni gli alunni delle classi 4P e 4Q del Liceo delle Scienze Umane economico-sociale hanno messo in scena un reale procedimento per “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, art. 612 ter codice penale”, presieduto da un vero giudice del Tribunale penale di Modena e tratto, purtroppo, da vicende reali.

L’“imputata” era una ragazza accusata di aver diffuso immagini dell’ex fidanzato per vendetta, dopo il termine della relazione. Ad accompagnare gli studenti nella loro simulazione sono stati gli avvocati penalisti Francesca Gasparini e Cosimo Zaccaria. Alla messa in scena del processo gli studenti sono arrivati dopo un percorso di approfondimento sulle normative relative alla realizzazione di azioni positive per rimuovere le discriminazioni di genere e per la creazione di pari opportunità, con incontri e laboratori tenuti dai professionisti del CPO del CUP, che hanno spiegato anche la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere e gli elementi essenziali del processo penale. I ragazzi hanno quindi cominciato a preparare il processo, teatralizzando un reale procedimento per revenge porn, già arrivato a sentenza, e riproponendo nella simulazione atti, dichiarazioni e testimonianze reali ma con la facoltà di trarre conclusioni diverse da quelle del giudice reale e, quindi, di redigere una propria sentenza.

 

“Il mio ruolo nel processo simulato è stato quello del testimone, precisamente ero la fidanzata della persona offesa – ha detto Cristina Morone, alunna di 4Q –. Ho dovuto testimoniare che i video mi erano stati inviati da un account Instagram. Questa esperienza mi ha insegnato che quando è necessario dobbiamo dire la verità per il bene della comunità e di noi stessi, e per aiutare il giudice a prendere la giusta decisione. Era da tanto tempo che desideravo prendere parte alla simulazione di un processo penale e finalmente il mio desiderio si è realizzato. Ringrazio la professoressa Sara Sacchi per avermi fatto partecipare, gli avvocati Mirella Guicciardi, Cosimo Zaccaria e Francesca Gasparini, il giudice Roberto Perrone e gli altri esperti per aver collaborato. Un grazie alla professoressa Maura Bergonzoni per avere aderito all’iniziativa e infine un grazie alla dirigente Alda Barbi per averci permesso di svolgere il processo all’interno dell’edificio scolastico”. Il processo simulato conclude il percorso ideato e realizzato dalla Commissione per le pari opportunità (CPO) del Comitato unitario permanente degli ordini e dei collegi professionali della provincia di Modena (CUP) nell’ambito del progetto "Costituzione e cittadinanza, educazione alla legalità, discriminazione, parità e pari opportunità", coordinato dall'avvocato Mirella Guicciardi. Obiettivo del progetto è sviluppare nei ragazzi una maggiore consapevolezza delle conseguenze determinate dalle proprie azioni e la capacità di riconoscere e contrastare fenomeni di violenza e discriminazioni basate sulla razza e l’origine etnica, sul genere, sulla disabilità, sull’età, sull’orientamento sessuale, sulla religione e sulle convinzioni personali.