"Nel 2022 i pensionati modenesi riceveranno 60,6 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso grazie alla rivalutazione degli assegni". Lo afferma la Cisl Emilia Centrale, sottolineando con soddisfazione che la rivalutazione delle pensioni è una conquista per la quale i sindacati si battono da almeno dieci anni. «L’adeguamento, sia pure minimo, degli importi erogati ai pensionati è ancora più importante oggi, visto che l’inflazione erode il potere d’acquisto dei redditi fissi - dichiara la segreteria del sindacato pensionati Fnp Cisl Emilia Centrale - In più sono numerosi i pensionati modenesi che hanno aiutato e stanno tuttora aiutando economicamente figli e nipoti colpiti dalla pandemia. Dove non arriva lo Stato interviene il cosiddetto “welfare familiare”...».
I due terzi della rivalutazione vanno a beneficio della fascia reddituale più bassa, quella cioè con pensioni lorde inferiori a 2062,32 euro. «Questo conferma - assicura la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale, Rosamaria Papaleo - la bontà della nostra azione, finalizzata alla tutela di una fascia crescente della popolazione italiana che negli anni scorsi è stata fortemente e ingiustamente penalizzata dal blocco della rivalutazione». L’ufficio studi della Cisl Emilia Centrale ha analizzato i dati sulle pensioni erogate dall’Inps nel 2021 ed effettuato una proiezione degli importi rivalutati. L’anno scorso a Modena l’istituto previdenziale ha pagato 253.356 pensioni tra vecchiaia (166.589, importo medio 1.407,84 euro), invalidità (10.061, importo medio 970,48 euro), reversibilità (49.047, importo medio 688,51 euro), assegni sociali (3.530, importo medio 470,16 euro) e invalidi civili (24.129, importo medio 461,94 euro). La somma complessivamente erogata è stata di 291 milioni di euro al mese, per un totale di quasi 3,8 miliardi nell’anno appena concluso. Secondo le stime Cisl, grazie alla rivalutazione quest’anno i pensionati modenesi otterranno 4,6 milioni di euro in più al mese, cioè complessivamente 60,6 milioni entro fine 2022. «Dal 1° gennaio gli importi pensionistici mensili lordi inferiori a 2.062,32 euro sono rivalutati dell’1,7%, che è il tasso d’inflazione calcolata nel 2021 – spiega Cristiano Marini, responsabile del patronato Inas Cisl di Modena – La rivalutazione scende all’1,53% per le pensioni comprese tra 2.062 a 2.577,90 euro e 1,275% per la cifra eccedente 2.577,91 euro. Dato che l'Inps elabora le pensioni con qualche mese di anticipo, la rivalutazione di gennaio e febbraio è solo dell'1,6%, ma a marzo sarà corrisposta la rivalutazione piena, compresa la differenza dei primi due mesi. Inoltre – continua Marini - sulle rate di gennaio e febbraio qualcuno potrebbe dover pagare il saldo delle addizionali regionale e comunale 2020, se ha ovviamente pagato meno. Questo meccanismo di calcolo fiscale ha come conseguenza che le rate di pensione di gennaio sono alquanto variabili e, pur con parità di lordo rispetto all'anno precedente, possono risultare al netto inferiori. In definitiva, la vera rata netta della pensione (tranne qualche raro caso) sarà quella di marzo.