Centri sociali in crisi da pandemia: 1 - il Guerzoni

«Ne pagheremo gli effetti per molti anni e non so ancora come ne usciremo. Sono sicuro che in fatto di associazionismo sociale e volontariato a Carpi dovremo reinventarci tutto». Le parole di Giulio Lazzaretti, membro del direttivo del Centro sociale, ricreativo e culturale “Loris Guerzoni” di via Genova (nella foto con la presidente Luisa Baracchi), permettono di far luce su un risvolto rimasto abbastanza in ombra nel gran parlare che si fa degli effetti della pandemia. Il punto infatti è: che ne sarà dei Centri analoghi insediati ai quattro angoli della città? Dove sono finiti, come se la passano le centinaia di soci che vi facevano riferimento? Come fanno a sopravvivere, i Centri, a fronte di costi certi – si chiamano in particolare bollette, ma anche dipendenti – e in assenza delle entrate tradizionali derivanti dalle loro attività?

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