Le iniziative di 'Un Argine all'Azzardo' promosse da Unione terre d'Argine, Federconsumatori, Ausl e associazioni di volontariato

Gioco d'azzardo: ogni anno un fiume di milioni di euro se ne va in slot e gratta e vinci

Dai 320 ai 340 milioni di euro: questa, lo scorso anno, la spesa stimata nei quattro Comuni dell'Unione delle Terre d'Argine, il doppio di quanto speso nel 2020, in costante aumento negli ultimi quattro anni. Un flusso di denaro che esce dalle tasche dei cittadini e che solo in parte rientra sotto forma di vincite ma che, sicuramente, impoverisce tutti e provoca fenomeni di dipendenza patologica da gioco d'azzardo con effetti disastrosi sulla persona e sulla sua rete familiare e relazionale. E' per fronteggiare questo fenomeno, in netta ascesa (venti le persone seguite dai Servizi Sanitari locali, una quarantina le segnalazioni e le richieste d'aiuto ricevute lo scorso anno), Ausl, Comuni, Federconsumatori, Centro servizi volontariato e associazioni di sostegno si sono messe in rete per proporre "Un Argine all'Azzardo", un progetto di sensibilizzazione su questo tema e di assistenza a chi è entrato nella spirale del gioco e non ce la fa da solo ad uscirne.

I contenuti del progetto sono stati presentati questa mattina alla Casa del volontariato dai soggetti promotori. Ma prima sono stati presentati i dati raccolti dal ricercatore Massimiliano Vigarani per una indagine commissionata da Federconsumatori i cui risultati sono eclatanti: tra gioco fisico (slot, gratta e vinci etc.) e gioco elettronico (quest'ultimo in grande ascesa) un fiume di denaro esce di tasca dei carpigiani (quasi 1.500 euro circa a testa in media) con un ritorno (per vincite) che per il gioco elettronico è del 94 per cento mentre nel gratta e vinci è poco più del 70 per cento. In sostanza, 11 milioni e mezzo di euro ogni anno vanno ai gestori dei giochi d'azzardo legali. Ma, quel che è peggio, molti giocatori entrano in una spirale che fa del loro "innocuo" gioco una vera e propria malattia devastante.

 

I dati di Federconsumatori piazzano Carpi, tra le città italiane tra i 60 mila e gli 80 mila abitanti, al 24esimo posto della classifica dei maggiori "contribuenti" nelle giocate online con 1.200 euro pro-capite e addirittura al decimo posto in quella del gratta e vinci, con quasi 286 euro di spesa per giocatore. Di qui il progetto presentato stamane: una rete di sportelli di ascolto e di informazione, di assistenza psicologica a Carpi, Novi, Rovereto, Campogalliano e Soliera, iniziative nelle scuole, formazione di gruppi di sostegno per familiari di giocatori patologici con il supporto dei Serivzi Dipendenze Patologiche dell'Ausl (a Carpi quello diretto dal dottor Massimo Bigarelli). Basterà? Il fenomeno è in aumento anche tra i giovani e i giovanissimi abituati a giocare sul telefonino e che non fanno differenza tra gioco e gioco. "Soprattutto in momenti di crisi economica - ha commentato Alberto Bellelli, sindaco di Carpi e presidente dell'Unione - dobbiamo tenere alta l'attenzione e rafforzare le attività di contrasto alle ludopatie".

(Nella foto: la presentazione del progetto contro le ludopatie. Da sinistra: Marzia Lodi del Centro Servizi Volontariato, Pamela Bussetti di Federconsumatori, Massimiliano Vigarani, Alberto Bellelli e Massimo Bigarelli)