Venti terapiste e cinque dottoresse al lavoro per cinquanta famiglie utenti

I numeri di Sopra le righe nel contrasto all'autismo

“50.20.5”. Sembrerebbe un terno perfetto su cui puntare per giocare al Lotto, invece sono i numeri su cui punta tutta l’attività dell’Associazione “Sopra le Righecontro l’autismo Onlus” con sede in via Mentana 1/D a Carpi. Cinquanta gli utenti, venti le terapiste e cinque le dottoresse a cui vanno aggiunti il numero uno, o meglio “una” e cioè l’instancabile presidente Paola Rossi ed il numero quattro come gli anni di questa giovane associazione locale. “Sopra le righe” nasce in sostegno alle famiglie con figli affetti da autismo, in supporto alla loro educazione e all’inserimento sociale con tantissime attività formative. Tutto ciò sino all’arrivo del Covid-19, la chiusura del lockdown e la riapertura lo scorso 8 giugno. «Abbiamo smantellato la bellissima palestra – afferma la presidente –, scaglionato gli ingressi, riorganizzato i work shop, rinunciato ad alcune attività e ridimensionato le postazioni che accolgono i bambini e le loro tutor». E proprio con alcune delle venti terapiste (tutor) che operano con il metodo Aba (Applied Behavior Analysis ovvero – Analisi Comportamentale Applicata – il metodo che mette in pratica i principi comportamentali individuati dalla scienza sul comportamento e le leggi che lo regolano), cerchiamo di capire in cosa consiste il loro importante lavoro in questo momento così complesso.

 

Come si svolge la vostra attività con la persona autistica?

Elisa Gasparini «Cerchiamo di creare una relazione positiva che si deve basare sulla fiducia, così da poter lavorare, giocando, sotto vari aspetti che riguardano la quotidianità del bambino come l’apprendimento scolastico, alle autonomie di come lavarsi le mani e sapere allacciarsi le scarpe, la socializzazione o, ancora di più, riuscire ad imparare un metodo comunicativo efficace che li possa includere nella società. Tutto ciò cerchiamo di farlo lavorando molto sul comportamento del bambino, andando a rinforzare i comportamenti positivi come la collaborazione nel lavorare assieme a noi, oppure cercando di mandare in estinzione quei comportamenti non socialmente accettabili come per esempio buttarsi per terra perché non si ottiene un determinato gioco»

Sandra Re «Facciamo interventi individualizzati, utilizzando il metodo Aba e i suoi principi; in accordo con i supervisori e i genitori si decidono gli obiettivi da raggiungere e come intervenire»

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