L'osservatorio prezzi dell'associazione e i commenti di Marzio Govoni sulla situazione e sulle prospettive

Inflazione in provincia di Modena sempre sopra la media nazionale, secondo Federconsumatori

Il 2022, sul fronte dei prezzi al consumo, si è rivelato un anno difficile: "E' stato l'anno della forbice - commenta Marzio Govoni, presidente di Federconsumatori Modena (nella foto) che ha attivato un puntuale osservatorio sui prezzi a Modena e provincia -; si sono ampliate le disuguaglianze. Nel 2022 sono cresciute a Modena diseguaglianze e ingiustizie; sono cresciute le famiglie e le persone al di sotto della soglia di povertà. Ma tutto questo resta marginale, come rimosso, quasi evitato. E’ forse tardi per dimostrare che una Comunità come la nostra può lavorare assieme per il bene comune anche su di un tema difficile come questo. Rischiamo, tra non molto, a doverci limitare alla conta dei danni e a fare l’inventario delle macerie". L'amaro commento i Govoni si basa sui dati raccolti da Federconsumatori.

Il quadro informativo relativo ai prezzi registrati a dicembre realizzato dall'associazione dei consumatori consente di completare l’analisi a Modena per il 2022 appena concluso. "Nell’ultimo mese dell’anno - registra Federconsumatori - l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), incrementa del 12,3% su base tendenziale annua e registra una lieve contrazione su base congiunturale mensile (-0,1%). Valori che descrivono una dinamica rallentata rispetto ai mesi immediatamente precedenti ma che concorrono a determinare il dato medio finale dell’inflazione annuale registrata a Modena: +8,3% (+8,4% per il contesto regionale e +8,1% a livello nazionale), sintesi di un andamento dei prezzi che non si registrava dagli anni ’80. Tale dinamica è il risultato degli aumenti dei costi dei carburanti di derivazione petrolifera, registrati già a partire dagli ultimi mesi del 2021, aggravate dallo scoppio e dal perpetrarsi del conflitto in Ucraina, con conseguente incrementi dei costi del gas, dei cereali d’importazione, di varie materie prime, del latte, lungo tutta la catena di distribuzione. Durante il 2022 la maggior parte delle divisioni di spesa del paniere di beni e servizi hanno avuto variazioni positive con livelli tendenziali oltremodo elevati che sono andati a ripercuotersi specialmente sui beni di alta e media frequenza d'acquisto, oltre che sul comune "carrello della spesa". Sono stati i beni energetici, nel corso dell’anno, a fungere da traino per l’inflazione (con una crescita media annuale paria: +37,1% per la divisione “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili”). La crescita dei prezzi ha generato una spesa aggiuntiva stimata per un nucleo familiare di 3 componenti che sfiora +2.800 euro rispetto al 2021. Per le famiglie più fragili (ad esempio nuclei con capofamiglia disoccupato oppure famiglie unipersonali con componente anziano) l’inflazione ha avuto una dinamica più accentuata rispetto alla media, generando una variazione percentuale della spesa, rispetto all’annualità precedente, più elevata rispetto all’incremento rilevato per il complesso delle famiglie. Questo perché la struttura della spesa mensile dei nuclei che si trovano in condizione di fragilità è dedicata in modo sbilanciato (“non per scelta”) a voci di spesa che hanno registrato un’inflazione ben superiore alla media (come i beni alimentari e le utenze di energia elettrica e del gas da riscaldamento). Per questi nuclei familiari l’incremento assoluto della spesa annuale, rispetto al 2021, risulta risulta proporzionalmente superiore a quanto rilevato per il complesso delle famiglie, un aspetto che ha contribuito a determinare l’ulteriore forte pressionere registrata nel 2022 sui servizi sociali di supporto forniti dal sistema degli Enti locali".

Diversi i punti di criticità sollevati da Federconsumatori. Ultimo ma non ultimo è l’allargamento, a Modena, della forbice delle diseguaglianze. "Il peso dell’inflazione sui redditi medi e bassi - commenta Marzio Govoni - è molto più forte che sui redditi alti; la perdita di potere d’acquisto morde soprattutto i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Non tutti però sono più poveri; i fenomeni speculativi attorno all’inflazione stanno arricchendo una parte di settori imprenditoriali e di singoli soggetti, come segnalato dalla crescita dei consumi di lusso. Sono nate nuove ricchezze, come quelle attorno al 110 per cento ed ai vasti margini di abuso consentiti dalle norme. Ci sono poi settori dove gli incrementi  dei prezzi e dei listini sono andati ben oltre gli effetti della crescita dell’energia, nella colpevole assenza di azioni di contrasto".