Smart working in cassa integrazione, la Cgil: ''Vicenda preoccupante, che non può essere ignorata''

Secondo la Cgil la vicenda che ha visto una azienda dell'abbigliamento carpigiana "approfittare" della cassa integrazione dei propri dipendenti facendoli lavorare lo stesso a domicilio con il sistema dello "smart working", nei giorni scorsi scoperta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica di Modena, è “una vicenda preoccupante, che non può essere ignorata e che merita la massima attenzione da parte di tutto il tessuto sociale, economico ed istituzionale”. Lo afferma una nota della Cgil provinciale e del sindacato Filctem Cgil che raccoglie i lavoriatori del settore tessile.

"Toccherà alla Magistratura fare piena luce sulla questione - spiega una nota del sindacato - ma quanto sta emergendo è inquietante: se confermato il quadro descritto dalla Procura, ci troveremmo di fronte ad una vera e propria truffa ai danni delle casse pubbliche, se possibile ancora più grave perché perpetrata in una fase storica in cui gli ammortizzatori sociali hanno rappresentato per decine di migliaia di lavoratori nella nostra provincia l’unica fonte di reddito, in un contesto sociale ed economico drammatico. Proprio per la gravità di quanto descritto dalla Procura, auspichiamo che non sia soltanto la Magistratura a prendere posizione in merito, ma che si pronuncino anche gli altri attori che a vario titolo sono toccati dalla vicenda: istituzioni e anche associazioni datoriali, che devono far sentire la loro voce di fronte al comportamento inqualificabile di una nota azienda di un distretto importante come quello carpigiano”.