Sui dati della CCIAA. 'Adesso però bisogna investire sulla formazione e favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro'

Occupazione a Modena e provincia: la Cisl esprime giudizi positivi

"Bene la crescita delle assunzioni, adesso bisogna investire sulla formazione continua dei lavoratori e favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro". E' quanto afferma la Cisl Emilia Centrale commentando i recenti dati della Camera di commercio di Modena sull’andamento dell’occupazione nel 2022. "Dall’indagine Excelsior - dice la Cisl - risulta che le imprese modenesi l’anno scorso hanno assunto nel complesso 76.990 persone (+25,1% rispetto al 2021) e creato 15.470 nuovi posti di lavoro. È positivo il confronto con l'ultimo anno con un andamento economico regolare prima della pandemia e della guerra: dal 2019 al 2022, infatti, le assunzioni sono aumentate del 14%".

«I numeri confermano ciò che ci avevamo già anticipato le nostre categorie e delegati aziendali – dichiara la segreteria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo (nella foto) - L’economia modenese ha superato la crisi provocata dal Covid e ha retto bene anche di fronte al rialzo dei costi energetici, delle materie prime e all’inflazione. Insomma, ora il lavoro c’è; semmai mancano i lavoratori, soprattutto in certi settori. Pertanto si pone il tema della qualità dei rapporti di lavoro. Noi – continua Papaleo - riteniamo che vada aumentata la quota di contratti a tempo indeterminato; sta salendo rispetto al passato, ma non abbastanza. Restano, poi, i problemi di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto per alcuni profili professionali (cosiddetto “skills mismatch”): qui una risposta efficace può arrivare dalla formazione, rivolta sia ai giovani, per facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro, sia a chi già lavora e deve aumentare le proprie competenze. Un altro problema all’origine della carenza di manodopera è la scarsa remunerazione di alcune professioni e settori, per esempio il socio-sanitario e il commercio-turismo-servizi. Noi – ricorda la segretaria Cisl – cerchiamo di alzare i salari attraverso la contrattazione nazionale, territoriale e aziendale, ma le imprese devono fare di più. In questa fase espansiva dell’economia ci sono i margini per pagare meglio i lavoratori, l’unico modo per ridurre il turn over e il fenomeno conosciuto come “great resignation”, ovvero delle dimissioni in massa. Rispetto a pochi anni fa, - osserva Papaleo - il lavoratore insoddisfatto è più propenso ad abbandonare la propria occupazione, anche a Modena. Sotto questo aspetto il nostro territorio deve ancora compiere il salto di qualità: ora che il lavoro c’è, deve attrarre i lavoratori e trattenerli. Come? Con salari più alti, welfare e servizi».