Dopo l'incontro tra le parti nell'ufficio del Sindaco e dopo l'agitazione e i blocchi ai cancelli dello stabilimento di Migliarina indetti dal sindacato autonomo SiCobas che ha visto la partecipazione di alcune decine di lavoratori, solo alcuni dei quali impiegati nell'azienda, la Opas di Migliarina ha amesso il comunicato che segue: “Piena legittimità dell’operato di OPAS e della strumentalità delle azioni di protesta avviate, che vedono una partecipazione assolutamente sparuta di lavoratori che operano nel macello: solo qualche persona, la cui somma non raggiunge la decina su un totale di oltre 600 lavoratori presenti. E' una considerazione – sottolinea Opas – che si attiene solo e solamente ai dettami di legge e non c’è in alcun modo la volontà di discriminare lavoratori. Gli accordi, infatti, sono stati siglati con le rappresentanze dei lavoratori maggiormente rappresentative e firmatarie del contratto nazionale applicato. C’è chi invece, continua ad insistere perseguendo la strada del discredito di Opas che è una cooperativa di allevatori e, pertanto, non ha fini di lucro, ma solo di garantire ai lavoratori diretti e indiretti ed agli allevatori di suini un lavoro dignitoso e correttamente retribuito, pur in una situazione molto complessa per via della Peste suina, che ha costretto Opas a ridurre a meno di 16 mila i suini macellati alla settimana”. segue
Opas, prosegue il comunicato aziendale, ha investito a Carpi in questi anni oltre 20 milioni di euro, a dimostrazione della propria serietà, del proprio impegno e della propria volontà di garantire continuità a tutto l’indotto della provincia di Modena ed ai lavoratori, passati da 350 persone a quasi 600 addetti occupati. Tutto ciò, senza Opas, non ci sarebbe perché tutto sarebbe andato disperso con il fallimento di Italcarni. “Ringraziamo il Sindaco e tutte le Istituzioni – ha commentato sempre Opas - che hanno capito, dal nostrto punto di vista, molto bene la situazione”. Opas è una realta sana e ha lo scopo di proteggere e dare lavoro a quanti sono quotidianamente impegnati nel Macello di Carpi. Quando invece viene organizzata una protesta ed a questa partecipa poco più di una decina di persone del Macello si reca un pesante danno:intanto l’occupazione non autorizata della proprietà privata di Opas ma soprattutto con il blocco del flusso regolare dei camion di carne e di suini, oltre al blocco del traffico sulla strada provinciale, vengono provocati gravi danni alla salute e al benessere degli animali, nonostante, come ribadito anche nell’ultima occasione dai veterinari del servizio Asl di Modena presenti in loco, esista una Ordinanza ministeriale che obbliga le forze dell’Ordine ad intervenire, affinché non si registri una mortalità anomala per peste suina sui camion, determinata da soste prolungate causate dall’occupazione di suolo. Opas intende perciò sottolineare con forza che i rapporti sindacali con le sigle maggioritarie e firmatarie del contratto collettivo nazionale sono sempre stati di sereno e proficuo confronto; Opas ha e mantiene un confronto sindacale, con chi, proprio per essere un sindacato maggiormente rappresentativo a livello locale e nazionale, porta avanti le istanze nell’interesse dei quasi 600 lavoratori”. L’invito – rimarca Opas – è quindi quello di seguire le indicazione di quei soggetti che da 80 anni svolgono in modo serio attività sindacale, evitando di ascoltare soggetti che, con false e facili promesse, istigano persone che meritano verità e rispetto. Opas proseguirà per la sua strada continuando a lavorare – conclude Opas – consapevole di essere nel giusto, con contratti certificati, risolvendo i problemi come ha sempre fatto attraverso il confronto, soprattutto in un momento economico non facile come questo dovuto, come recentemente rimarcato da CGIL e CISL al diffondersi della peste suina, con persone serie, rappresentative e soprattutto legittimate perché firmatarie del contratto collettivo nazionale. L’intento è il bene dei quasi 600 lavoratori e delle loro famiglie”. segue
Quando OPAS cita i "dettami di legge” cui si è attenuta intende alludere al contratto degli addetti alle pulizie sottoscritto con i sindacati nazionali, mentre gli autonomi chiedono quello degli alimentaristi: «Ma questo non è possibile per legge – spiegano fonti interne all'azienda –. Non si può applicare un contratto per mansioni diverse da quelle svolte effettivamente, tant'è che quei lavoratori non hanno nulla a che fare con il taglio delle carni. Il contratto, insomma, non è modificabile, perché è la legge che lo prevede così». E si cita, in proposito, la sentenza del Tribunale di Modena che ha rigettato il ricorso di due lavoratori proprio su questo punto e per i quali alla parrocchia di Quartirolo è stata indetta questa sera un buffet vegano con l'intento di raccogliere fondi per sostenerli: «E si può prevedere con larga partecipazione di animalisti da sempre ostili alla nostra attività – sottolineano le stesse fonti aziendali – e proprio in un momento come questo, di estrema gravità per la diffusione della peste suina, quando è ancora un miracolo che ci siano stabilimenti come il nostro che continuano a lavorare».