Per la Giornata mondiale del rifugiato, una colazione afghana a Borgofortino

Simpatica colazione organizzata presso il Centro Diurno Borgofortino con i cibi cucinati dai trentuno profughi afgani ospitati, dallo scorso anno attraverso il Progetto “SAI Unione Terre Dell’Argine”, per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato che ricorre, appunto, il 20 giugno di ogni anno. Ad accogliere i profughi, l’assessore Tamara Calzolari, la coordinatrice del Progetto SAI (Sistema di Accoglienza e di Integrazione) Lisa Severo ed Elisa Righi, responsabile del Servizio 6.5 “Inclusione, casa, assistenza economica” Unione Terre d’Argine.

«Sono tutti nuclei che hanno collaborato con l’esercito italiano in Afganistan – ha dichiarato Tamara Calzolari – quindi per noi è stato importantissimo non lasciarli soli e dar loro un’accoglienza sul nostro territorio. I nostri quattro Comuni (Carpi - Campogalliano - Soliera e Novi) hanno risposto all’appello fatto dal Governo di ampliare i posti di accoglienza territoriale SAI quando abbiamo saputo dell’emergenza Afganistan. Il nostro territorio e quello di Modena sono stati gli unici in Provincia che avevamo già dei Progetti Sai in atto ed abbiamo così deciso di ampliarli con ulteriori trenta posti accogliendo tre gruppi famigliari, due su Carpi ed uno a Rovereto». Molto importante il lavoro che stanno svolgendo le Cooperative sociali presenti sul nostro territorio nella gestione della loro accoglienza come spiega la coordinatrice Lisa Severo: «La prima cosa fatta per integrarli sono stati i corsi d’Italiano, i più piccoli hanno iniziato a frequentare la scuola in base alla loro età. Alcuni stanno terminando le iscrizioni per accedere all’università ed ora si sta cercando di costruire con loro il prossimo percorso che può essere l’inserimento lavorativo e poi capire come costruire il loro futuro in Italia».

 

 

E proprio le parole di una delle giovani afghane presenti esprimono cosa ha significato per loro l’accoglienza ricevuta: «Quando un bimbo apre gli occhi in un nuovo mondo è sua madre che gli insegna a parlare, mangiare e a crescere. Questo progetto è stato come una madre perché l’Italia per noi era un nuovo mondo, non sapevamo cosa fare, come parlare e qui ci stanno insegnando tutto». E la festa è continuata con canti e balli.