Casa, problemi giovanili, sostegno alle famiglie e ai fragili: quanto è stato fatto nel 2021 dalle istituzioni caritative della Diocesi

Povertà: il rapporto della Caritas di un anno difficile

"Sentiamo particolarmente urgenti, oggi, i temi della disoccupazione, della mancanza di una casa dignitosa, dell'emarginazione sociale e della fragilità delle nuove generazioni. Sono temi questi che vanno oltre alle esigenze immediate di cibo, medicinali e vestiario che pure ci interpellano e chiedono di essere affrontati". Si racchiude in queste parole, pronunciate da suor Maria Bottura, presidente della Caritas Diocesana di Carpi. la "missione" che le istituzioni sociali (un tempo definite "caritative") della Diocesi carpigiana ha messo in campo lo scorso anno e che ha racchiuso nell'annuale "Rapporto sulla povertà", presentato oggi alla stampa ed alla città dai referenti dei numerosi progetti portati avanti da Caritas, Porta Aperta, Recuperandia e fondazione Odoardo e Maria Focherini a favore di tante famiglie (per il 60 per cento straniere, ma anche per il 40 per cento di italiani) che navigano nelle ristrettezze del bisogno.

Dietro le cifre erogate, il numero delle persone ascoltate, delle sporte alimentari consegnate alle famiglie, c'è il lavoro di tanti operatori e di tanti volontari ma anche la sofferenza di tante famiglie in cui la povertà è diventato un tratto costitutivo e non solo un momento transitorio di difficoltà. "Rispetto al 2020 - conferma Alessandro Gibertoni di Porta Aperta - i numeri di quanti si sono rivolti a noi è risultato quasi stazionario ma a fronte di relativamente pochi nuclei familiari "nuovi", constatiamo tantissime famiglie che risultano assistite da anni e che non riescono a uscire dall'indigenza". Ed eccoli, alcuni dei "numeri" presentati dal rapporto 2021: 461 le famiglie "ascoltate" da Porta Aperta (-4% rispetto al 2020), 5.645 le sporte alimentari erogate (5.260 nell 2020), oltre 23 mila euro di contributi assegnati per pagare soprattutto affitti, utenze domestiche e medicine, 27 mila chili di prodotti alimentari recuperati con "Il buono che avanza", "Il pane in attesa" e "s.o.s. spesa" e consegnati a famiglie bisognose. "L'emporio Cinque Pani - ha dichiarato Stefano Battaglia, presidente della fondazione Caritas Odoardo e Maria Focherini che gestisce la struttura - lo scorso anno ha consegnato 300 carte prepagate per fare la spesa nel mercato e, quest'anno, ne ha già assegnate 77 ad altrettanti nuclei familiari di profughi ucraini". 

 

Ma di progetti, per le mani, Caritas e associazioni collegate, ne hanno parecchi altri: da Recuperandia (che quest'anno compie vent'anni di attività) per il riciclo di beni di consumo, ai campi estivi rivolti ai giovani, al fondo salute per il sostegno alla spesa farmaceutica, a quello "scuola" per il diritto allo studio. "L'emergenza delle emergenze - afermano concordemente tuttavia i responsabili del supporto sociale diocesano - resta quello abitativo, passato in secondo piano lo scorso anno per la proroga degli sfratti ma ora di nuovo preminente. Di fatto a Carpi il mercato dell'affitto è bloccato, anche per chi se lo può permettere, e ogni tentativo di dare un alloggio a famiglie svantaggiate è una impresa improba".

(Nelle foto: nell'ordine l'intervento di Alessandro Gibertoni, Stefano Battaglia, il gruppo degli operatori di Caritas e associazioni collegate di Carpi e Mirandola, la copertina del "Rapporto povertà 2021")