San Nicolò e San Francesco saranno un'unica ''comunione pastorale''. Gestita da frati congolesi ospitati nel convento

Un progetto molto vasto e ambizioso, che potrebbe configurarsi come esperienza pilota e utile laboratorio per analoghe, future operazioni, è destinato a cambiare il volto e l'organizzazione delle due grandi parrocchie del centro storico: San Nicolò e San Francesco. E' quanto si desume da una comunicazione che il vescovo Erio Castellucci ha inviata ai loro amministratori dopo essere stata discussa dal Collegio dei Consultori e dal Consiglio presbiteriale.

Proviamo a riassumere il quadro che se ne desume. Intanto, l'opera di recupero: si annuncia abbastanza ravvicinata per San Nicolò – si parla della primavera prossima – mentre per San Francesco, che pure rientra fra le opere pianificate dall'agenzia regionale, i tempi sono ancora lunghi. Il punto più importante, e un po' bizantino, è tuttavia quello che spiega che le due parrocchie non verranno fuse, ma ci sarà un solo luogo di culto, San Nicolò, gestito da un solo parroco espresso dalla comunità di frati dei Servi dei Poveri della provincia del Congo, che prenderanno alloggio nel convento. Con San Francesco, dunque, si istituirà quella che nella circolare del Vescovo viene definita una "intensa comunione pastorale” dove tutte le aggregazioni, le iniziative di formazione, i gruppi che hanno finora caratterizzato la vita delle due comunità parrocchiali saranno valorizzati e chiamati a collaborare anche nella nuova configurazione. E sono tanti, se si pensa che vi rientrano le Piccole Suore della Sacra Famiglia di Santa Maria Domenica Mantovani, il Terzo ordine francescano, i gruppi di Azione Cattolica, l'Agesci, il Masci, l'Unitalsi, la Mensa del Povero, il Cammino neocatecumenale, la Tenda... Senza contare che nel territorio delle due parrocchie esistono altri luoghi da custodire e utilizzare come la Chiesa di San Bernardino da Siena, quella del Cristo, il Monastero delle Suore Cappuccine, per finire al Cimitero monumentale.   

 

 

Il progetto diocesano delinea insomma una realtà del tutto nuova, nella quale le incognite principali sono rappresentate dalla sorte della chiesa di San Francesco che, stando ai si dice, una volta restaurata potrebbe perfino subire una trasformazione d'uso (auditorium o altro); e dal futuro del Monastero delle Cappuccine, le cui ospiti si sono ridotte a quattro, ma che resta pur sempre di proprietà della loro congregazione. E' un progetto appena abbozzato: il Vescovo invita gli amministratori a discuterne con il Vicario generale e con i Consigli pastorali delle due parrocchie. Che non diventeranno una sola, o forse sì.