Il programma previsto dal Pnrr per favorire il reinserimento lavorativo

Sono mille e 810 i carpigiani disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza o fragili ''in Gol''

Il 61 per cento è donna, la fascia di età più rappresentata è quella 30-49 anni

Arrivano i primi dati per l'Emilia-Romagna e la provincia di Modena riguardo il programma nazionale Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori), ovvero lo strumento di politica attiva previsto dal Pnrr che, attraverso percorsi personalizzati, ha l’obiettivo di favorire il reinserimento lavorativo dei disoccupati, dei percettori del reddito di cittadinanza e altri ammortizzatori sociali, dei lavoratori più fragili (giovani, donne e disabili).

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia regionale per il lavoro Emilia-Romagna, tra il 20 luglio 2022 e il 30 giugno scorso sono state poco più di 12mila le persone prese in carico dai centri per l’impiego di Modena e provincia. Numeri che fanno di quella modenese la seconda provincia per accessi dell'Emilia-Romagna dopo Bologna (17mila 600 prese in carico). In particolare, il centro per l’impiego di Carpi risulta il terzo per numero di persone prese in carico della provincia con mille e 810 utenti. Solo Modena (3mila 874 persone) e Sassuolo (1.991) hanno numeri maggiori, con gli altri comuni della provincia a seguire (923 a Castelfranco, 1.346 a Mirandola, 702 a Pavullo e 1.400 a Vignola).

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L’identikit dei modenesi presi in carico con Gol rivela che il 61 per cento di essi è donna, e la fascia di età maggiormente rappresentata (48,6 per cento) è quella compresa tra i 30 e 49 anni, seguita dagli over 50 (33,7 per cento).

Il programma Gol prevede quattro possibili percorsi offerti alle persone prese in carico dai Centri per l’impiego: il reinserimento lavorativo per chi ha un profilo compatibile con l’offerta di lavoro (ready to work); l’aggiornamento per chi ha un profilo non del tutto adeguato e necessita di formazione di breve durata (upskilling); la riqualificazione per chi ha un profilo poco spendibile e ha bisogno di una formazione intensiva (reskilling); lavoro e inclusione per le persone con ostacoli di natura personale.

In provincia di Modena, la maggior parte delle persone prese in carico è indirizzata al percorso “ready to work” (8mila 100 utenti), seguito da “upskilling” (2.754), “reskilling” (718), lavoro e inclusione (474 persone).

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«Dal monitoraggio emerge come i beneficiari del reddito di cittadinanza, che non percepiscono altri trattamenti, risultino essere i soggetti più lontani dal mondo del lavoro e con le maggiori difficoltà di inserimento – commenta la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo (nella seconda foto), analizzando i dati diffusi dall’Agenzia regionale per il lavoro Emilia-Romagna –. Per la maggior parte di loro si profila la necessità di un intervento multidisciplinare tramite un percorso di riqualificazione professionale dedicato alle persone con competenze non adeguate ai fabbisogni richiesti. Certamente è da rafforzare il collegamento istruzione e formazione, anche universitaria, e le imprese, diffondendo l’apprendistato duale che dovrebbe diventare il primo canale di accesso dei giovani al mercato del lavoro. Inoltre – continua la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale – bisogna investire su una formazione digitale di massa e sull’aggiornamento delle competenze di chi il lavoro ce l’ha. A ogni modo, analizzando nel complesso i dati relativi a tutte le categorie dei soggetti presi in carico, si conferma l'efficace operatività della rete dei centri per l'impiego, che hanno un'efficienza superiore alle medie nazionali. D'altra parte, però desta qualche preoccupazione la sovrabbondanza delle assegnazioni delle persone prese in carico (quasi 2/3) al cluster 1 (“ready to work”). È un percorso che non prevede l'implementazione di esperienze formative, ma la piena occupabilità dei presi in carico senza alcun rafforzamento delle loro competenze. Per fortuna la Regione Emilia-Romagna, anche a partire dalle osservazioni arrivate dalle parti sociali, - conclude la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale - ha reso disponibili ai presi in carico in cluster 1 percorsi formativi finanziati con le risorse del Fondo sociale europeo (Fse+)».