''Venite alla festa'' porta uno spettacolo all'ex mercato coperto

"Di-stanze, il senso dell'accoglienza" è il titolo dello spettacolo o meglio del percorso esperienziale, artistico e teatrale, organizzato dall’Associazione comunità di Famiglie “Venite alla Festa”, in collaborazione con il Teatro dei Venti e la Cooperativa Sociale Eortè, presso l’Ex Mercato Coperto in Piazzale Ramazzini a Carpi, nei due fine settimana del 2-3 e del 9-10 aprile prossimo. Il percorso, aperto a tutti, è suddiviso in cinque tappe e sarà guidato da altrettanti personaggi che accompagneranno il pubblico a vivere una esperienza teatrale che li farà riflettere sul tema, mai così attuale e stringente, dell’accoglienza e a rispondere alla domanda “Come mi sento di fronte all’accoglienza o alla non accoglienza?”. 

L’ingresso all’evento è a offerta libera, le donazioni raccolte serviranno per sostenere "La Casa del Glicine", l’appartamento ad alta autonomia gestito dalla Coop. Sociale Eortè, dove vengono accolte mamme e donne che si trovano in una situazione di difficoltà. La realizzazione di questo evento è reso possibile grazie ai contributi della Fondazione Cassa di Risparmio Carpi e della Banca Popolare dell'Emilia Romagna con il patrocinio del Comune di Carpi. Per partecipare è necessaria la prenotazione sul sito: https://www.veniteallafesta.org/j3/di-stanze-2020 . Potranno accedere al percorso, della durata di circa quaranta minuti, massimo 10 persone per turno, munite di prenotazione, Super Green Pass e mascherina FFP2. 

Per vivere al meglio l’esperienza teatrale così come è stata pensata, gli organizzatori consigliano a tutti di partecipare singolarmente, o al massimo in coppia, non in famiglia o in un gruppo di amici ed è consigliata a partire dai sedici anni di età. Gli orari previsti di ritrovo sono le ore 9,30-10,30-11,30 e 14,30-15,30-16-30 in piazzale Ramazzini davanti all’ex Mercato Coperto. Questo appuntamento era stato pensato nel 2020 per celebrare il ventennale dell’Associazione Comunità di famiglie “Venite alla Festa” ma, a causa delle chiusure e delle restrizioni imposte dalla pandemia, arriva due anni dopo. Nonostante questo, con i venti di guerra che soffiano ormai come un uragano dall’Est Europa, la cultura dell’accoglienza si propone come un antidoto alla chiusura verso il prossimo.