Nel quadro della candidatura toscoemiliana

Carpi sede olimpica. Giochi senza orpelli per lo sport più genuino

E ti pareva che l’ondata comunicante scatenata dal Portavoce non si affrettasse a collocare anche il sindaco Alberto Bellelli fra i primi cittadini in campo per l’Olimpiade toscoemiliana del 2032? “Si lavora per candidare Emilia Romagna e Toscana a ospitare le olimpiadi estive del 2032”, scandisce dal suo blog, suggerendo che anche Carpi e Modena possano essere della partita. Segue domanda: “voi che ne dite?”. Forza, e diamogliela una mano al Sindaco per ritagliare nel grande evento un possibile ruolo per Carpi (a Modena, siamo sicuri, ci pensa Gian Carlo Muzzarelli). È bene innanzitutto che Alberto Bellelli e la città si attrezzino per una battaglia tutta interna. Sì, perché se l’Olimpiade 2032 vede in campo in area vasta le due Coree (più facili da unire di Emilia e Toscana), il Governo del Queensland, in Australia e, in Italia, Napoli e la Campania: come sarà possibile, una volta conquistata l’assegnazione dei Giochi, conciliare le aspettative di Firenze con quelle di Pisa o Livorno, di Pontedera con quelle di Figline Valdarno, di Bologna con quelle di Parma e di Carpi con la fame di protagonismo di Modena? Per noi, è bene che il Sindaco se ne renda conto, sarà un posto da conquistarci con le unghie e con i denti, facendoci largo a energiche spallate tra Sassuolo e Modena, per arrivare a strappare qualche cosa a Bologna e a Firenze, prima ancora di considerarci rivali di Seul, Pyongyang e Brisbane che al momento paiono fuori portata. Primo consiglio al Sindaco: non sottovaluti le dotazioni alberghiero-turistico-sportive della città. Non è da lui, ne siamo consapevoli, portato com’è piuttosto a sopravvalutare. Ma una corroborante sferzata di ottimismo e autostima oltre a quelle che gli inocula quotidianamente il Portavoce non gli farà male. Intanto, per restare all’ambito sportivo, abbiamo una superba dotazione impiantistica, in grado di accogliere giochi olimpici estivi e invernali e perfino, se ci fossero ancora, delle mezze stagioni. Due o tre ritocchi al Cabassi, per dire, basterebbero a farne uno stadio olimpico molto più facilmente di quanto occorrerebbe per il Dall’Ara di Bologna o il Comunale di Firenze. 

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