Calcio

I motivi ufficiali dell'esclusione del Carpi dalla Serie C

Il comunicato della Figc evidenzia una situazione complessa

Ieri, in conferenza stampa, il presidente Matteo Mantovani lamentava la mancata conoscenza dei motivi che hanno portato la Figc ad escludere il Carpi dal campionato di Serie C. Oggi sul sito ufficiale della stessa Federazione sono stati pubblicati i comunicati ufficiali riguardanti ognuna delle sei società escluse e per il Carpi (qui il verbale) emerge un quadro quanto meno complesso. Come già raccontato nei giorni scorsi, i nodi principali sono due, ovvero un’errata rateizzazione dei contributi che ha fatto sì che alla data del 28 giugno mancassero alcuni elementi ritenuti indispensabili all’iscrizione. Contributi Inps ma anche Irpef, non versati o dilazionati con tempistiche non concordate con gli enti stessi e comunque non allineate alla normativa di Figc e Lega Pro. In particolare, si tratta delle ritenute Irpef di settembre e dicembre 2020 e gennaio e febbraio 2021, rateizzati in 24 rate di cui solamente due versate; dei contributi Inps di ottobre e novembre 2020 e gennaio, febbraio, marzo e aprile 2021, anch’essi rateizzati in 24 mesi con il pagamento della prima tranche al 30 maggio 2021; inoltre, per le mensilità di gennaio, febbraio e marzo 2021, la società biancorossa ha fatto domanda di rateizzazione solamente il 23 giugno, con l’Inps che l’ha respinta il giorno successivo in quanto non erano ancora stati versati i contributi di aprile e maggio.

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Il 29 giugno il Carpi ha effettuato una nuova domanda di rateizzazione, ottenendo questa volta risposta positiva da parte dell’Inps, ma solo il 30 giugno. Ovvero due giorni dopo la fatidica data del 28, termine ultimo per presentare tutta la documentazione completa alla Lega al fine di ottenere l’iscrizione al campionato. Una dead-line oltre la quale la Figc non prevede possano essere sanate le posizioni. Ecco perchè, al di là di eventuali accordi sovvenuti successivamente con l'Inps e – come recita il verbale della Figc – delle “difficoltà interpretative poste dalla eterogenea e concorrente disciplina applicabile”, il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni risulta quanto meno in salita. La palla è ora di nuovo nelle mani dell'avvocato Grassani, che dovrà presentare un ricorso che verrà esaminato presumibilmente entro il 24 luglio. Quando il Carpi saprà definitivamente se è dentro o fuori dal calcio professionistico.