Pallamano

Il Carpi più bello dell'anno batte Romagna e timbra la salvezza: sarà ancora Serie A Gold

Quando alle 21,35 di un afoso martedì di maggio il cronometro del PalaVallauri segna 30 secondi da giocare e +13 Carpi, allora anche i quasi 300 tifosi bianconeri che gremiscono l’impianto di viale Peruzzi capiscono che è davvero fatta. Il Romagna non pressa più, la squadra di Davide “Stecca” Serafini l’ha anestetizzato con la prestazione più convincente della sua tribolata stagione. Carpi se l’è tenuta alla fine, per gara-2 dei playout, la prova perfetta, quella che in 9 mesi raramente era riuscita a mettere sul parquet. Il 43-30 finale – dopo il pari in gara-1 – permette ai bianconeri per il terzo anno di fila di giocare in Serie A Gold, il Paradiso della pallamano italiana, mentre il Romagna dovrà ricominciare da un gradino più in basso.

 

Nella sfida senza uscita Carpi ha giocato con la mano ferma e la testa giusta. L’assenza in un colpo solo per infortunio dei due portieri titolari del Romagna, Adrian Lombes “monumentale” nella prima sfida a Imola e il suo vice Martino Redaelli, era un regalo della Dea bendata che non poteva non essere scartato. Il tandem di scorta Pulli-Chiarini ha fatto quello che ha potuto sulle bordate carpigiane, soprattutto in un primo tempo con percentuali a segno “monstre” per Niko Kasa e Lorenzo Nocelli, che a fine serata timbreranno 16 reti. Pe sfruttare questo handicap fra i pali Carpi azzanna subito la gara, scappa sul 6-1 già dopo 3’ e da lì per il Romagna la rincorsa diventa un Everest ghiacciato, anche perché quando gli arancioblù trovano ritmo ci pensa Selmi Haj Frej a sfornare parate da mvp della serata, che spingono Carpi a prendere il largo a metà tempo già sul +9 (14-5) con un break di 6-0 che annichilisce gli imolesi. A metà gara si vira sul 23-16, ma la sensazione è che Carpi abbia la gara in mano.

Romagna si gioca tutto nella ripresa con una zona alta 3-3 che costringe Carpi a forzare, ma dalla linea i bianconeri sono perfetti. Il vantaggio carpigiano non scende mai sotto i 5 gol e anzi col passare dei minuti la forbice si allarga. Alex Coppola e Sebastian Carabulea sfondano ad ogni passaggio e il 5-0 di metà ripresa aperto dalla pala rubata da Ayoub Mejri e ampliato da Coppola (2), Carabulea e Daniele Soria, pescato dal lancio di Haj Frej, suona come De Profundis per Romagna, che va sotto di 12 (36-26) e alza virtualmente bandiera bianca a 13’ dalla fine. Il finale è accademia, Serafini fa ruotare tutti (Vladimir Quaranta fra i pali, poi Alex Monzani che timbra il cartellino subito ed Enrico Dalolio che colpisce dall’esterno) e la festa della Vallauri è un lungo e ritmato sound che arriva fino alle 21,35 con la palla in mano. Dopo 9 mesi Carpi può finalmente alzare le braccia sul traguardo della salvezza.

 

CARPI-ROMAGNA 43-30

CARPI: Quaranta, Monzani 1, Mejri 2, Ben Hadj Alì, S. Serafini, Soria 4, Nocelli 7, Carabulea 5, Se. Haj Frej, Sa. Hej Frej, Dalolio 2, Sortino 5, Ceccarini 1, Kasa 9, Beltrami 1. All.: D. Serafini.

ROMAGNA: Pulli, Albertini 1, Mazzanti 10, D. Chiarini, Ceroni, Essam 1, Gollini, Tassinari, Lo Cicero 2, Tondini 3, Rotaru 4, A. Chiarini, Zavagli 1, Di Domenico 2, Ramondini, Antic 6. All.: Melis