Un po' bici da corsa, un po' mountain-bike, un po' ciclocross. Ma nessuna di esse

Impazza la Gravel-mania

Un po’ bici da corsa, un po’ mountain-bike, un po’ ciclocross. Ma nessuna di esse, semplicemente Gravel. Ovvero, tradotto letteralmente dall’Inglese, “ghiaia”. Le strade bianche sono infatti il regno prediletto della nuova mania dei cicloamatori e cicloturisti, non solo italiani. Sicuramente carpigiani, dove la Gravelmania sta letteralmente spopolando. Prendendosi parte delle strade cittadine, in un effetto moda che nei cuori degli appassionati ha sostituito quello che fino a poco tempo fa era il precedente musthave: lo scatto fisso. Adesso è il momento della Gravel. Anticonvenzionale, versatile, esteticamente gradevole e soprattutto funzionale. «È una bici versatile, che si può usare un po’ a far tutto. La strada è sempre meno sicura e la Gravel ti dà la libertà di andare anche fuoristrada – spiega Lorenzo Marchi di IronTrust, organizzatore insieme all’amico Enrico Lodi della prima e finora unica pedalata “Panaracer’s Kings of Gravel” andata in scena a Carpi un anno fa –. C’è anche una componente moda, le ditte importanti stanno seguendo questo trend e anche per noi rivenditori è ormai una bella fetta di mercato. Sono tendenze che arrivano dalle grandi città».

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