Espropri in via Guastalla e via Agricoltura: valgono accordi e titoli edilizi con il nuovo Pug? Il Comune chiede parere legale

Che cosa succede se ad accordi intervenuti prima del Pug non sono seguiti i relativi titoli edilizi? E nel caso in cui i titoli edilizi siano stati concessi, ma i lavori non siano ancora iniziati? Vengono al pettine del nuovo Piano regolatore, il Pug, appunto, due nodi irrisolti legati al precedente strumento urbanistico, dei quali si è parlato più volte. Il secondo dei due delicati intrecci riguarda i famosi fabbricati rurali che avrebbero ostacolato la realizzazione della bretella Nord Ovest verso Fossoli il cui inizio lavori, da assegnare con procedura aperta di rilevanza europea, era stato annunciato per la primavera di quest'anno. Risale al 2004 l'accordo intervenuto con la proprietaria E.S. in base al quale, per effetto dell'esproprio, le sarebbe stato concesso di costruire senza oneri di urbanizzazione un analogo fabbricato rurale della stessa volumetria di quelli abbattuti e in zona continua al precedente, anche in deroga alle zone di rispetto, purché nel rispetto delle prescrizioni sulla tipologia rurale e a condizione che il titolo edilizio venisse richiesto entro tre anni dall'accordo. E' accaduto però che, ottenuto il permesso di costruire nel 2008 e poi una proroga per completamento nel 2012, la proprietaria, dopo un decennio di ulteriori proroghe, ha finito, il 19 settembre scorso, per chiederne una di un altro anno. Solo che nel frattempo è stato approvato il nuovo Pug, che non ha individuato i terreni sui quali la signora potrebbe in teoria ricostruire l'immobile: non c'è alcuna previsione in tal senso e, di conseguenza, alcuna salvaguardia della posizione giuridica precedente. segue

 

Il primo caso, invece, riguarda l'altrettanto famoso "traforo” della rampa del ponte di via San Giacomo, sull'A22 per consentire il prolungamento di via dell'Agricoltura. Dopo l'accordo del 2018, le proprietarie S.M. e S.C. con una domanda protocollata dal Comune il 5 aprile scorso, hanno presentato istanza per una valutazione preventiva del valore degli immobili in fase di esproprio. Il Comune si è dato 45 giorni per procedere all'istruttoria, ma la proprietà, a differenza di quella precedente, non ha presentato richiesta di alcun titolo edilizio, nonostante siano trascorsi più di tre anni. E' dunque per rispondere ai due quesiti di apertura – permangono i diritti acquisiti prima del Pug se non sono stati iniziati i lavori o non è stata neppure presentata richiesta? – che il Comune ha deciso di affidarsi a un parere legale, dandone incarico a uno studio bolognese per un importo di 4mila 497 euro lordi. Anche perché, viene spiegato, casi analoghi potrebbero ripresentarsi per altri accordi intercorsi e precedenti l'entrata in vigore, il 7 marzo scorso, del nuovo Pug.