L'antico dio egizio Thot nelle campagne carpigiane

Chi frequenta la campagna carpigiana, soprattutto quella ad ovest della città, non si stupisce più quando, tra i campi e spesso vicino agli specchi d’acqua, incontra un ibis sacro. Piumaggio bianco, zampe nere e nero anche il lungo becco adunco, come suggerisce Wikipedia l’ibis “appartiene  alla famiglia Threskiornithidae ed è originario dell'Africa subsahariana, dell’Iraq e anticamente dell’Egitto, paese in cui era venerato come simbolo del dio Thot ma dove è però oggi praticamente estinto. Si è naturalizzato in diversi Paesi europei tra cui l’Italia, soprattutto in vicinanza dei laghi o fiumi, come lungo il Mincio, nel territorio del Polesine, nel delta del Po, nella Bassa Bresciana e nelle campagne tra Novara e Vercelli. La specie è in rapida espansione e viene considerata specie esotica invasiva”. Ed è arrivato anche nelle campagne carpigiane. 

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«Quella dell’ibis sacro è una presenza che si è consolidata negli ultimissimi anni, appena dieci anni fa non ce n’era nemmeno uno ma negli ultimi anni sono sempre più presenti nelle nostre campagne – spiega Franco Losi, presidente dell’oasi naturalistica La Francesa –. Si tratta di uccelli alloctoni che sono scappati dalla custodia di allevatori e collezionisti e, trovando territorio ideale, si insediano e si riproducono. Non sono quindi giunti qui tramite una migrazione, perchè l’ibis non sa migrare, non l’ha mai fatto. Gli uccelli migrano solo perchè viene meno il cibo, non per il clima: chi si sa convertire rimane e si insedia».

Così ha fatto l’ibis sacro che, nonostante non crei particolari problemi all’uomo, può rappresentare un problema per l’ecosistema: «L’ibis si nutre di tutto ciò che è nell’acqua, dalle rane ai pesci agli insetti, ma con il becco adunco può mangiare di tutto, è carnivoro – spiega Losi –. Gli aironi, soprattutto il cenerino e il bianco, si vedono spesso nei campi a caccia di topolini e insetti e anche l’ibis sta imparando a farlo. Ma se viene freddo è il primo a non mangiare, è una specie che con ghiacciate grosse dovrebbe soccombere e qualche anno fa ne sono morti parecchi».

Abituato originariamente a volare sulle rive del Nilo, gli antichi Egizi gli attribuirono le sembianze del del dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo, della matematica e della geometria. Oggi si accontenta di mangiare quello che trova tra fossi e canali della campagna carpigiana.

Nelle foto: una coppia di ibis sacri nel gelo della campagna carpigiana (foto di Letizi Veneri da Facebook), un esemplare che si alimenta, e l'antico dio egizio Thot che prendeva le sembianze proprio dall'ibis