Palestra nell'area ex piscina invece del palasport? Ecco perché alla Fondazione in fondo non dispiace

La vicenda, sviluppatasi in tempi rapidissimi come richiede il Pnrr, della palestra che andrà a prendere il posto del palasport nell'area di sedime della vecchia piscina (nella foto, i lavori di demolizione) è servita quanto meno a dimostrare che, con tutti i suoi limiti, il Comune di Carpi è nelle condizioni di sviluppare rapidamente progettualità e gestione di procedure complesse. I commenti di questi giorni, tuttavia, si sono spostati tutti sul bicchiere mezzo vuoto, vale a dire sulla rinuncia alla realizzazione del palasport inserito nel piano per gli investimenti della Fondazione CR Carpi.

Il consigliere dei 5 Stelle, Eros Andrea Gaddi – non è dato sapere se fosse presente all'ultimo Consiglio, se lo era è rimasto zitto – ha colto dell'intera operazione solo il risvolto negativo della mancata realizzazione della più ampia struttura sportiva, mettendola nel conto delle altre promesse non mantenute dalla Giunta, come il Parco Lama. Gli ha dato man forte l'esponente di Forza Italia, Massimo Barbi che non siede in Consiglio, ma ha parlato di progetti che partono alla grande, salvo poi risolversi in “specchietti per le allodole”. Più cauta, conoscendo i numeri che ruotano intorno alle società sportive e il loro fabbisogno di spazi, Annalisa Arletti, di Fratelli d'Italia, ha solo ribadito che un palasport serve comunque a Carpi, mentre Carpi Futura si è detta d'accordo con la scelta della palestra, purché non si commettano errori di progettazione e l'impianto sia omologato per ospitare gare di campionato. Decisamente polemici, infine, sono parsi molti commenti sui social, tutti invariabilemnte orientati a criticare quel che si perde (il palasport), trascurando quel che si acquista (una palestra multifunzione).

 

In compenso, è rimasto in silenzio – il Carlino parla di una certa “aria di imbarazzo” – il solo soggetto che, almeno secondo logica, avrebbe qualche ragione per lamentarsi: la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. Il palasport era inserito nel suo piano degli investimenti da 25 milioni e si è sempre parlato dell'area ex piscina come localizzazione, tant'è che all'inizio di quest'anno ci fu un braccio di ferro sulle condizioni alle quali ottenerla, visto che il Comune era disposto solo a cedere il lotto con un atto di compravendita. E' molto più probabile, invece, che il cambio di destinazione del terreno deciso dal Comune in fondo non dispiaccia a palazzo Brusati. E questo per due ragioni. La prima: di quella localizzazione per il palasport era convinto solo il sindaco Alberto Bellelli che la vedeva come fattore trainante per giustificare la trasformazione del complesso incrocio tra la tangenziale Losi e la via Peruzzi inserita fra gli interventi di rigenerazione urbana finanziati con il Pnrr. Sul piano tecnico, poi, quel lotto fatto a L non appariva il più idoneo a ospitare un palasport. Seconda ragione: il piano degli investimenti da 25 milioni starebbe in realtà veleggiando verso cifre molto più consistenti con gli impegni già assunti sicché non sarebbe proprio una iattura rinviare a tempi migliori e a un nuovo Consiglio di Amministrazione la grana del palasport, adducendo come motivo la recente scelta del Comune che se ne prenderà le colpe. Messa giù così, l'aria di imbarazzo di cui parla il Carlino si direbbe piuttosto un sospiro di sollievo.