Se si apre il fronte orientale

Rilanciato dall'acquisto dell'ex Consorzio, dall'intesa per la sede universitaria, dalle trattative con le Ferrovie, l'Oltreferrovia, incorniciato dal Parco lama, dischiude ampi scorci di futuro per la città.

Comunque la si pensi, sapere che a Carpi, con l’intesa intervenuta tra Comune, Fondazione Crc e UniMoRe, approderà una sede universitaria vera, dopo le volonterose e meritevoli università della libera età, avrebbe davvero diritto al titolo di notizia dell’anno, se non ci fosse la pandemia a contenderglielo. Qui però siamo su un terreno diverso, che dischiude a prospettive e lascia spazio all’ottimismo, come è avvenuto ogni volta che la città ha affidato all’istruzione un po’ del proprio futuro. È accaduto con l’istituzione del liceo Manfredo Fanti, nel 1939, quando dal ceto medio di una città non più relegata alla condizione di borgo agricolo e socialmente più articolata cominciò a salire imperiosa la richiesta di una qualche forma di istruzione superiore che aprisse ai percorsi universitari. La cosa si è ripetuta vent’anni dopo, nel 1959, con l’avvio contemporaneo dell’Istituto Antonio Meucci e dell’Ipsia Giancarlo Vallauri voluti dall’Associazione imprenditori dell’abbigliamento, sotto la guida di Renato Crotti, per rispondere al fabbisogno di personale amministrativo e tecnico espresso dalla rapida conversione industriale di Carpi. La futura sede di un corso di laurea in Ingegneria suggerisce collegamenti più con le motivazioni all’origine del liceo Fanti che con quelle dei due istituti, tecnico e professionale. Perché è vero che il Magnifico Rettore di UniMoRe, Carlo Adolfo Porro, ha confermato la volontà dell’ateneo, attraverso la collaborazione con la Fondazione e l’Amministrazione comunale rappresentate anche in un Tavolo di consultazione e in un Comitato tecnico-scientifico, di fornire un contributo di progettualità allo specifico territorio ospitante. Ma è altrettanto vero che la scelta di Ingegneria, ha precisato sempre Porro, si collega a una necessità per così dire “orizzontale” di alta formazione tecnologica che attraversa l’intero Paese, alle prese con notevoli carenze in questo ambito e in difficoltà a portare i territori all’altezza della competizione internazionale. I due aspetti, ovviamente, come hanno sottolineato il sindaco Alberto Bellelli e il presidente della Fondazione, Corrado Faglioni, si tengono: e un polo di alta formazione, dovrebbe giovare al tessuto economico e produttivo locale sia direttamente che indirettamente, rendendo attrattiva la città per docenti, studenti e iniziative.

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