Via Bersana: non servivano autorizzazioni, ma solo rispetto di regole e criteri

L'articolo 87 del vecchio Piano regolatore generale autorizza e regolamenta scrupolosamente la ristrutturazione di edifici del territorio rurale non considerati bene culturale e non vincolati. E', questo, il caso del complesso rurale di via Bersana oggetto di un intervento di demolizione ricostruzione sul quale si sono subito accesi i riflettori. Perché è stato possibile? La domanda da parte della proprietà Sicem allo Sportello unico per l'edilizia risale al 29 maggio 2021: siamo dunque nel periodo di sospensione dei piani particolareggiati non attuati deciso dall'Amministrazione in vista dell'adozione del Pug, dopo la chiusura dell'ultima "finestra” concessa alle proprietà. Ma qui non si tratta di un piano particolareggiato: è un intervento di edilizia privata, soggetto solo alle prescrizioni del Piano regolatore in materia di edifici rurali alle quali il progetto, come assicura l'autore, l'ingegner Gian Battista Paltrinieri, si è attenuto: «Avuta la conferma – spiega – che il complesso, costituito da autorimessa, serra, abitazione, caseificio, porcilaia e magazzino formaggi, non era vincolato, la proprietà ha deciso di procedere. Abbiamo ricevuto diverse prescrizioni dai tecnici comunali in materia di vincoli compositivi: non disperdere e tenere concentrati i volumi, peraltro ridotti rispetto agli edifici preesistenti e comunque arretrati rispetto alla strada; non cedere a composizioni architettoniche moderne, nel rispetto delle tipologie rurali e non fare ville a schiera, trasferendo piuttosto nel nuovo degli archetipi rurali». Chiamarle villette a schiera, dunque, secondo il tecnico è un errore: più appropriato, a suo parere, sarebbe “caseggiato” sul modello della cascina o longue ferme, alla francese. E i sei passi carrai? verrebbe da obiettargli. «Tenga presente – risponde – che attualmente ce ne sono quattro. E nel progetto il loro sviluppo lineare viene ridotto da 42 a 35 metri complessivi». segue