Fertility day vs. Inserimento

C'è una parola che terrorizza da diversi anni madri e padri di tutta Italia, un termine che più di “settembre”, più di “ferieFinite”, “rientro” o “daLunedìMiIscrivoInPalestra” fa andar di traverso a migliaia di genitori la fine dell'estate e il conseguente riprendere della scuola. Questa parola è: Inserimento

L'inserimento consiste in un lasso temporale variabile dai tre giorni alle due settimane e mezzo (ma ci sono casi certificati che arrivano anche oltre il mese) in cui teoricamente i bimbi iniziano la nuova scuola (Nido o Materna che sia), ma in cui in realtà si è sospesi in un limbo che non è né vacanza né periodo scolastico, poiché la scuola è ufficialmente iniziata, ma i pargoli ci vanno solo per un paio d'ore, per ambientarsi, conoscere l'ambiente ed entrare in confidenza con i nuovi compagni e le nuove insegnanti. L'idea così elaborata non farebbe una piega, anzi, sembra addolcire quello che per alcuni bimbi (e per certe mamme) potrebbe essere un piccolo trauma.

Il problema sorge allorchè il genitore deve essere presente se non per tutto il periodo (se il pupo non ha problemi ti invitano ad andare a prenderti un caffè al bar e tornare un oretta dopo) almeno al momento dell’“accoglienza” e ovviamente due ore dopo per ritirarlo. Ovviamente tutto compreso tra le 9 e mezzogiorno e mezzo: non proprio comodo per chi fa un lavoro con orario canonico d'ufficio.

Inoltre in questa fase non è compreso il pasto, per cui una volta che ti riesce di disarcionare tuo figlio dall'altalena e lo convinci con il ricatto o la promessa di riportarlo lì a giocare il giorno dopo (tanto perchè fanno fatica ad ambientarsi), devi anche provvedere al pranzo e al riposino pomeridiano.

Il che si traduce nella conseguenza che in mancanza di nonni, ci sono genitori costretti a prendere le ferie o utilizzare i permessi sul lavoro, il tutto condito da una scaletta settimanale basata su una complicata suddivisone dei bimbi in vari gruppi all'interno della stessa classe.

Ironizzando sugli slogan ministeriali tanto criticati per il FertilityDay, forse non è vero che “il rinvio alla maternità porta al figlio unico”, ma l'esperienza dell'inserimento sì.

 

 

 

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