Le Golose di Guido Gozzano

Un'amica, francamente sovrappeso, proclama: "Il lockdown ha stravolto la mia vita, le mie abitudini ma non il mio piacere per i dolci... Anzi! Sono ingrassata e non vedo l'ora che riapra la Maggia!!"  e mi descrive la brioche con crema e panna della sua antica abitudine che pare ormai lontana anni-luce invece che pochi mesi, fin quasi a fare ingolosire anche me che, fortunatamente, non amo la panna. 

L'ho immaginata al bar pasticceria più ambìto del paese (sarà bella da vedere come faranno tenere le distanze ai golosi avidi...) con gli occhi di Guido Gozzano che nel 1907 osservava nella sua poesia "Le golose” le "...signore e signorine che mangiano le paste nelle confetterie" .

Lo sguardo è cinematografico – ebbene sì, anche se agli albori questa arte affascinava il poeta – osserva i dettagli che tutti, ahimè, conosciamo (la crema esce dall' altra parte...). Il tono è deliziosamente leggero, amorevolmente canzonatorio, credo me lo sentirò addosso alla prossima cioccolata in pasticceria, ma mi sentirò anche...amata!

Interpretata da Paolo Poli come solo lui sapeva fare, questa poesia è uno spasso, che di questi tempi vale quanto una brioche alla crema

Del poeta vi racconterò meglio un altra volta, anche perché  è morto molto giovane, di tubercolosi, e oggi non voglio rattristarvi.

 

 

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