L’ineluttabilità del graffio

Quando penso alle auto nuove e al comprensibile istinto protettivo dei proprietari, mi viene in mente una versione di latino che tradussi al liceo. Si intitolava “L’ineluttabilità del destino” e raccontava i vani tentativi di un re di proteggere il figlio dalla morte violenta preannunciata da un sogno. Gelosi innamorati del vostro fiammante destriero a quattro ruote, rassegnatevi: graffi e ammaccature sono inevitabili. Fanno parte di una dolorosa cerimonia iniziatica che sancisce l’ingresso del veicolo nel far west della circolazione urbana. E’ soltanto questione di tempo prima che una disattenzione o qualche imbecille ne svergini per sempre l’immacolato splendore. Gli imbecilli sono quei miserabili che impugnano il portachiavi e, in un attimo, vi sfregiano cofano o fiancate. I “grafomani” – li chiameremo così, per questioni di eleganza letteraria – sono di tre tipi: 1) Il permaloso - Per scatenare la sua reazione non occorre che lo imbottigliate, o parcheggiate così vicini che soltanto un contorsionista riuscirebbe a entrare in auto. Basta che il veicolo non sia perfettamente dritto, che una delle vostre ruote non sia all’interno della linea, perché lui, giudice inflessibile di un talent a cui non sapete di partecipare, vi incida la sua personalissima disapprovazione sulle parti nobili dell’autovettura. 2) L’invidioso - A innescare la sua furia distruttiva non è una scorrettezza. La vostra unica colpa è avere un’auto migliore della sua: più costosa o più nuova. Ecco come procede: dà una rapida occhiata al vostro bolide e continua a camminare. Sembra innocuo e invece è in fase di incubazione: il tempo di raggiungere il suo cessetto parcheggiato poco più in là, un’utilitaria di seconda mano con duecentomila km per ruota e una vernice che sembra una colata di asfalto, e l’impietoso confronto lo trasforma in una specie di troglodita che ha scambiato il vostro cofano per la parete della caverna. 3) Il vendicatore - Di fronte a lui non ci sono regole e quando la sua rabbia travolgente si scatena, neppure l’Ape Car di vostro nonno è al sicuro. Vedere un veicolo motorizzato, per questa sorta di giustiziere della strada, è come per un licantropo guardare la luna piena. Da quel pomeriggio, quando ritrovò la sua monovolume orrendamente sfregiata sulla fiancata, ha giurato vendetta: e qualsiasi cosa munita di targa e ruote, da allora, è il nemico. Il suo portachiavi è una lama implacabile che non conosce riposo. Nessuno sa chi sia, ma la sua leggenda aleggia nelle carrozzerie del Paese, dove è venerato come un santo protettore.

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