A Muzzarelli non piace Solomita: ma si sapeva

E ti pareva che Gian Carlo Muzzarelli stesse “zitto e buono” a proposito del rinnovo della Segreteria provinciale del Pd... Qualche giorno fa, da dichiarazioni rilasciate ai quotidiani modenesi, era parso perfino scrollare le spalle, deporre le armi e prendere atto con rassegnazione dell'unica candidatura a Segretario provinciale di Roberto Solomita. Ma si intuiva che non gli andava a genio, per ragioni che sono politiche solo in apparenza, ma che nascondono in realtà un conflitto generazionale e culturale. Eccolo infatti, intervistato ieri dal Carlino, sottolineare due punti. Il primo: vero è che per ora c'è un solo candidato, sinonimo di unità del partito, “...ma non lo darei come risultato già raggiunto” e “bisogna andare oltre le tifoserie” perché “...prima  (dei nomi, ndr) debbono venire linea politica e programmi”. Dunque, quello che tutti avevano inteso come un via libera a Solomita non è vero? Risposta: “A volte si vuole capire solo ciò che fa comodo, io non mi schiero senza prima discutere i contenuti”, cioè i famosi programmi "...a partire dalla relazione di Davide Fava” che è il segretario uscente. Quando poi, secondo punto, il cronista gli fa osservare che Solomita, in fondo, ha lanciato un manifesto per un nuovo partito, e ha parlato di una piattaforma aperta sui programmi, Muzzarelli ribatte che la stesura del manifesto “è generica e troppo carente rispetto ad alcuni temi politici e territoriali”. E rimprovera a Solomita di non aver detto nulla sulle infrastrutture provinciali, sulla sicurezza, sull'immigrazione, sulle alleanze e sul valore del pluralismo delle culture che convivono nel Pd, come se la segreteria uscente avesse detto molto, per fare un esempio, sulla frattura fra i sindaci del Pd della Bassa e quelli delle Terre d'Argine sull'annosa questione Aimag... (segue)

Per ora, stando anche all'accenno che fa all'esigenza di trovare un Segretario comunale del Pd di Modena (da non confondere con quello federale) che sia un "nativo Pd”, sembra di capire che Muzzarelli si prepari da alzare un muro contro Solomita. Forse perché espressione di una cultura politica che non viene né dal filone post comunista e diessino, se si guarda al passato, e neppure da quella, forse mai nata, dei “nativi Pd”, intravista come futuro. Il Sindaco di Soliera non lo si racchiude lì. Del primo filone, lo ha detto a più riprese, non sopporta i riti, le pesantezze liturgiche che sopravvivono anche se non hanno più i sacerdoti di una volta (leggi, una leadership all'altezza); viene dalla cultura no global e dei social forum che nei primi anni Duemila è stata perfino in rotta di collisione con gli allora Ds a guida Veltroni. E si è formato nell'amministrazione, dove è riuscito a trovare una buona convivenza con uno come Alberto Bellelli, di tutt'altra formazione. Non sarà facile per lui raggiungere la Segreteria in un partito i cui umori sono molto condizionati dal Sindaco di Modena. I tempi si sono accorciati – il congresso è in programma entro l'anno – ma sono brevi anche per Muzzarelli e la ricerca di un rivale a lui gradito per Solomita. Sempre che non torni sull'uscente Davide Fava: e allora sarebbe stato il classico tanto rumore per nulla.