Aimag: per Siena (lista ''+Mirandola'') non è un conflitto fra territori, ma il controllo di Hera. Da dimostrare

Quello su Aimag non è uno scontro tra territori, sostiene oggi in un comunicato Giorgio Siena, della lista civica +Mirandola. Salvo poi sottolineare che i quindici Comuni dell'Area Nord e del basso Mantovano “...voteranno per una scelta (quella della difesa della proprietà pubblica di Aimag contro la temuta cessione della maggioranza a Hera, ndr) che Carpi e altri cinque Comuni vogliono invece stravolgere”. E allora, da dove trae, l'esponente civico miradolese, la convinzione che non si tratti di uno scontro tra territori? Dal fatto, scrive, che "...i cittadini di Carpi, di Novi e degli altri Comuni dell'area modenese non sono informati dell'intenzione dei loro sindaci”. Ignorerebbero, in sostanza, che il sindaco Alberto Bellelli e i suoi colleghi delle Terre d'Argine oltre a quelli di Bomporto e Bastiglia, “...intendono mantenere la proprietà pubblica di Aimag, ma consegnare la maggioranza nel Consiglio di Amministrazione a Hera, attribuendo inoltre a essa la nomina del Direttore generale dell'azienda”. Questo passaggio, lascia intendere Siena, si fonderebbe sull'ingresso di un rappresentante di Hera nel CdA contro i tre dei Comuni e uno delle Fondazioni: il che dovrebbe far sì che Hera possa acquisire il controllo, gratuito, della multiutility alleandosi con le Fondazioni e sfilando azioni a qualche Comune bisognoso di realizzi con la cessione del proprio pacchetto azionario.

Ma Siena erge un muro contro questa eventualità, precisando intanto che non è compito delle Fondazioni immischiarsi in “operazioni politiche sulle gestione di una multiutility”, bensì utilizzare gli utili del loro capitale “per finalità sociali sul territorio”. E poi sottolineando che “...non vi è da Bellelli e soci, una spiegazione di tale scelta se non con illazioni strumentali su presunti investimenti sbagliati di Aimag o su infondate possibilità (sic) di chiudere il bilancio. Per contro si produrrebbe un indebolimento della nostra multiutility sul piano della ricerca di alleanze per le future gare per il mantenimento delle concessioni, nell’ambito ambientale e idrico, con il rischio quindi di danni patrimoniali alla multiutility”. Prima conclusione di Siena: quella del futuro di Aimag non è una questione amministrativa, ma politica e, come tale, andrebbe portata all'attenzione degli elettori (anche quelli inconsapevoli di Carpi, si presume) per la scadenza del 2024, alla quale l'attuale Sindaco di Carpi non potrà neppure presentarsi. Seconda conclusione: al centro della vicenda c'è “...il Pd, che mentre a Mirandola e in gran parte nell'Area Nord ha una posizione in difesa di Aimag, da Carpi al Segretario provinciale e fino alla Regione la volontà appare diversa”. Il che non è come ammettere che i confini territoriali sono in realtà più solidi di quelli politici?

 

La questione resta più che mai aperta e complicata. Su che cosa si basa, per esempio, la convinzione di Siena che la proroga del Patto di Sindacato e il periodo di transizione in preparazione del nuovo assetto del CdA siano di fatto il preludio a una cessione gratuita di Aimag a Hera? E' così sicuro che i Comuni intendano vendere azioni e realizzare un tutto e subito, piuttosto che garantirsi un dividendo annuo? L'assicurazione, più volte espressa da Bellelli, che il controllo pubblico resterà, potrebbe anche essere smentita domani, è vero, ma al momento questa è: e una giravolta sarebbe difficile da spiegare. Esistono piuttosto temi complessi nella prospettiva delle, gare – come l'ipotesi che i bacini di quelle idriche vengano fatti coincidere con i confini provinciali o gli investimenti di grande rilevanza che comportano quelle del gas – che richiederebbero una visione e un'analisi ben più approfondite del semplice ritornello della difesa dell'azienda nata e cresciuta al servizio del territorio e dell'indotto. Il presidente Gianluca Verasani e il suo Vice, Matteo Luppi, hanno parlato di recente e proprio a Carpi delle tre vie prospettate dall'advisor scelto, fra l'altro, dalla maggioranza “nordista” dell'attuale CdA. La prima è mantenere Aimag così com'è, valutando però la massa critica e le risorse finanziarie che richiedono le concessioni in scadenza e le relative gare in competizione con gestori da milioni di utenti e sapendo che magari non vale la pena svenarsi per acquisire reti gas, con la prospettiva di un futuro dominato dall'elettrico. La seconda è la quotazione in Borsa, che però richiede che qualche Comune o Hera o le Fondazioni siano disposti a cedere al mercato le proprie azioni. La terza è una collaborazione industriale con il socio Hera, almeno in quei segmenti come la filiera della plastica o della raccolta rifiuti, in cui non possa esservi concorrenza. Il tutto, ha sottolineato Verasani nell'occasione citata, senza cedere a Hera delle azioni e apportando modifiche statutarie che garantiscano alla maggioranza pubblica l'ultima parola in fatto di strategie. Su questo, piuttosto che sul territorio da difendere dallo straniero, sarebbe opportuno che si aprisse un confronto nel Patto di Sindacato.