Alternativa alla Lega: chi tra Pd e 5 Stelle, Filo di voce del 5 settembre

Due culture in conflitto alla prova del governo

Al momento di andare in stampa non conosciamo l’esito della trattativa tra 5Stelle e Pd per il Governo e del voto sulla piattaforma Rousseau. Quel che si è potuto però vedere, tentando un bilancio di queste convulse settimane, è che il braccio di ferro nascondeva un’altra partita, inespressa, ma che i protagonisti debbono aver ben colta. Una partita che spiega ed enfatizza giravolte, ripicche e ultimatum. Si è trattato in sostanza di stabilire chi tra il Pd e un M5S sarà, nel futuro prossimo e forse anche remoto, l’alternativa alla Lega per tutto quel che essa rappresenta: sovranismo, antieuropeismo, occhio a est, politiche migratorie. È una lotta per l’egemonia che si sta giocando tra due differenti antropologie – la piddina e la pentastellata – per stabilire quale delle due rappresenterà in futuro la Sinistra: definizione nebulosa e che si definisce oggi soprattutto per due fattori. Uno è per sottrazione: tutto quello che non è Salvini. Punto e a capo. L’altro è dato dalle due culture politiche contrapposte, la più recente delle quali – dei 5 Stelle – è nata e dilagata proprio in contrapposizione alla precedente, in forma di anticasta, antipolitica, uno vale uno, piattaforma Rousseau, eccetera.

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