Elezioni: sorprese colpi d’ala o tutto uguale?

 

A pochi giorni dall’appuntamento con le Comunali e le Europee, nel tempo dell’elettorato liquido e del tripolarismo subentrato al bipolarismo Pci Dc della Prima Repubblica e centrosinistra centrodestra della Seconda, come si profila il voto di Carpi? Non si tratta di fare previsioni. I sondaggi rivelano che il minimo stormire di fronda ha oggi effetti immediati e tali da decretare improvvise battute d’arresto e inversioni di marcia. Lasciamo stare, dunque, il voto europeo, che sarà senz’altro soggetto a questi sbalzi di umori e chiediamoci piuttosto: avremo di questi sussulti anche nel voto locale? L’elettore sarà in grado di distinguere tra il voto tutto politico per il Parlamento di Strasburgo e quello per la governance cittadina dove teoricamente dovrebbe essere più autonomo e in grado di valutare direttamente?

***

La storia recente, guardando solo ai numeri e al netto di separazioni e scissioni, vede un Pd che a Carpi, nel voto politico, ha perduto consensi e sempre, curiosamente, nella misura dell’11 per cento: 55,47 nel 2008, 44,89 nel 2013 e 33,76 nel 2018. Viceversa, il trend amministrativo lo ha premiato, portandolo dal 44,22 dei Ds nel 2004 al 45,58 del Pd nel 2009 al 51,84 sempre del Pd nel 2014. L’elettorato perduto via via alle Politiche è andato di pari passo con quello conquistato dal Movimento 5 Stelle che funziona bene come movimento di opinione sul nazionale, molto meno – e lo si è visto fino alle regionali in Abruzzo, Basilicata e Sardegna – come forza di governo locale. I numeri e i trend recenti dunque, direbbero che se sussulti e sorprese vi saranno, almeno a Carpi non dovrebbero essere prodotti da un Movimento 5 Stelle che fatica ancora a radicarsi su un territorio che non sia quello dei social. Racimolare consensi di protesta per questo o quell’aspetto della realtà cittadina, pur amplificati nei post e nei commenti sul web, non è la stessa cosa che dar vita a un movimento politico insediato nella comunità. Anche accettando la dimensione “ liquida”, ovvero l’assenza di struttura di partito, si è visto però che i territori “fisici” non la premiano, soprattutto in tempi in cui gli slanci entusiastici e palingenetici del primo M5S, dopo un anno al governo sono ormai un ricordo, come ben sanno a Imola (quattro assessori dimissionari in undici mesi), patria del grande ribaltone emiliano 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€ Abbonati