Sono quanto meno strani e anche un po' sorprendenti il tono e la sostanza della reazione dei tre Sindaci di Carpi, Soliera, Novi alle voci, riferite dalla Gazzetta, circa le presunte manovre di “spartizione del potere” – le chiamano proprio così – che si agiterebbero nel retroscena del rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio Carpi. Un metodo sbagliato, scrivono, perché “...nel migliore dei casi altro non è che un dibattito tutto interno e di bassissimo profilo, nel peggiore bada più agli interessi dei singoli che a quelli collettivi”. Ma, verrebbe da obiettare, che cosa pensano i primi cittadini, di avere a che fare con un mondo di ingenui? E che, quando si metteranno a lavorare – più che legittimamente – per mantenere palazzo Brusati nel perimetro dei progetti e delle visioni dei tre Comuni, il loro manovrare appaia invece avvolto in un alone di purezza immacolata? Perché è evidente che l'elezione del prossimo Consiglio di Amministrazione, affidata alle liste prodotte in seno all'attuale Consiglio di Indirizzo uscito, com'è noto, dalla stagione morelliana, sarà in ogni caso una lotta di potere. Dove tutto si giocherà sul filo sottile che separa la ragione dei Sindaci di rappresentare delle maggioranze elette; e la difesa di una certa visione dell'autonomia della Fondazione, alimentata da un meccanismo selettivo del suo gruppo dirigente – le terne espresse da vari organismi della società civile, la cooptazione, lo scaglionamento delle elezioni nel Consiglio di Indirizzo – decisamente farraginoso e difficilmente governabile.
14 Dicembre 2021
Le voci in Fondazione e il malumore dei Sindaci
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