Lega e 5Stelle a Carpi dopo la tempesta del Quirinale

Con la settimana di passione vissuta dai Grandi Elettori a Montecitorio loro c'entrano poco o nulla. Ma in sede locale ci sono pur sempre rappresentanti di Lega per Salvini Premier e Movimento 5Stelle. E, proprio perché si richiamano ai partiti nazionali, non possono dirsi completamente estranei alle ricadute romane dell'elezione del Presidente della Repubblica e alla generale constatazione che i due schieramenti trionfatori del voto del 2018 dalle forti connotazioni populiste e sovraniste sono stati quelli che ne sono usciti più ammaccati. Quanto al centro-sinistra, la ricaduta più clamorosa del nazionale, vale a dire la messa in discussione dell'alleanza giallorossa caldeggiata dal vertice romano del Pd, qui da noi era stata ampiamente anticipata. O meglio, non ha mai cessato di esistere, data la permanente rotta di collisione – arrivata anche a sfiorare le aule di Tribunale – tra la più rappresentativa esponente pentastellata, Monica Medici, e il sindaco Alberto Bellelli.

 

A parte, però, il muro-contro-muro con il Pd, che cos'è ora, a Carpi, il Movimento 5Stelle? Al dato di fatto della sua "novità” nel panorama politico carpigiano e della sua mancanza di radici ha sempre supplito con l'attivismo sulle cose che non vanno (se ne trovano sempre) selezionate soprattutto con un filtro un po' ambientalista, un po' antiliberista e molto attento – data l'estrazione professionale della sua esponente più attiva – alle sottigliezze contabili, giuridico-amministrative e di bilancio. Ma mai è stato possibile sapere da quale parte si collochino i due consiglieri e il drappello di attivisti che li conforta, in occasione delle tempeste che hanno scosso via via il Movimento: ieri con la fuoruscita di Alessandro Di Battista, oggi con lo scontro che oppone Luigi Di Maio e Giuseppe Conte dopo il voto per il Quirinale. Poco male, sembra già di sentirli replicare: quello è politichese che poco c'entra con il fare politica a Carpi e per Carpi. Già, ma il non prender posizione su travagli interni che sono la spia anche di divergenze di fondo, attesta un deficit di visione politica che trasforma di fatto i 5Stelle di Carpi in un raggruppamento civico senza riferimenti che non siano quelli di semplice testimonianza, di bandiera oppositrice sventolata per un gruppo di amici. Con pochissime probabilità, date queste credenziali, di poter essere efficacemente in campo alle prossime amministrative.

 

 

All'opposto, la Lega per Salvini Premier, il proprio vincolo di partito e nazionale se lo porta fin nel nome, compensato da un agire locale indecifrabile e di efficacia vicina allo zero. E proprio perché cresciuta e sviluppatasi buttandosi alle spalle le esperienze dei vecchi bossiani, sull'abbrivio di quell'irripetibile stagione in cui Matteo Salvini veniva a Carpi e faceva spostare le folle da un lato all'altro di piazza Martiri, c'è da chiedersi che cosa sarà di Federica Boccaletti e Giulio Bonzanini che a lui debbono tutto (di Antonio Russo, il terzo consigliere, si può solo prevedere che torni nell'alveo di Fratelli d'Italia, da cui proviene). Non se ne vede, al momento, altro approdo – perché questo è il perimetro delle loro capacità – che quello di continuare con la Lega di lotta del loro aspirante premier. Solo che nel frattempo la di lui leadership è fortemente messa in discussione dall'interno. E perfino su Guglielmo Golinelli, mentore locale di Boccaletti, circolano voci di atteggiamenti sempre meno barricadieri e assai più dialoganti, anche con le varie sfaccettature di un Pd provinciale diviso tra nord e sud, in nome di una buona iniezione di realismo e disponibilità al compromesso nell'accostare il tema scottante del futuro strategico di Aimag.