L'ospedale e l'irresistibile tendenza di Carpi a farsi del male, Filo di Voce

Sulla tolda del Titanic c’era l’orchestrina che suonava, ma nelle cabine c’era anche chi si sparava un colpo alla tempia. Ammesso che Carpi corra seri rischi per via degli iceberg della crisi, cosa che tutti temiamo, a questo fanno pensare le uscite recenti sul nuovo ospedale, che vedono un fronte variegato di politici, organi d’informazione, attivisti dei social, accarezzati da settori dell’opinione pubblica, compattarsi intorno a varie ipotesi, tutte comunque orientate a declassare Carpi nel sistema sanitario, a partire da una sostanziale no a un nuovo ospedale. Chi è sceso in campo contro il consumo di suolo previsto dalla futura localizzazione. Chi si schiera per l’ipotesi baricentrica con l’Area Nord (per la verità un tantino attenuata). Chi ritiene che ormai Carpi sia fagocitata dal sistema metropolitano modenese (che dispone, oltre che di due ospedali e dell’università, addirittura, di una Prefettura...). Chi guarda dall’alto in basso la nozione stessa di ospedale, per anteporvi una visione della sanità futura non si sa bene cosa e comunque tutta territorio e assistenza domiciliare, per effetto della più o meno prossima trasformazione di Carpi in un unico, grande cronicario.

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