Origine comunale: non avevamo dubbi

Adesso anche Carpi , informa una nota del Comune, ha la “Denominazione comunale d'Origine”, detta anche “De.C.O.”, per i prodotti tipici del territorio: ieri sera infatti la delibera presentata dalla Giunta in Consiglio comunale ha avuto il voto favorevole di tutti i gruppi (assente “Carpi Futura”): la “De.C.O.”, abbreviata anche in “Denominazione Comunale” (De.Co.) è un riconoscimento che può essere dato a chi non ha già altre certificazioni o marchi come Doc, Igp eccetera. Dunque un'attestazione rilasciata dal Comune per dimostrare l'origine locale del prodotto, “fissarne” e garantirne i componenti (ingredienti) sia verso i produttori sia verso i consumatori.

 

 

Particolarmente soddisfatta, precisa la nota – ma non avevamo dubbi – Stefania Gasparini, Vice-Sindaco e Assessore all'Economia, che a nome dell'Amministrazione comunale commenta: «Questo è un primo passo per la valorizzazione dei prodotti alimentari tipici della nostra città, in un’ottica di promozione territoriale che veda anche il coinvolgimento delle imprese e degli operatori». Per l'operatività, ora la Giunta deve nominare una Commissione di esperti.

Dal che si desume che all'operatività delle iniziative della Vice-sindaco manca sempre qualche cosa: in questo caso, oltre alla Commissione, anche una indicazione di larga massima di prodotti alimentari "tipicamente carpigiani” che riceverebbero lustro e prestigio dal sigillo comunale. Forse il riso? Forse la mostarda fina della quale si erano perdute da tempo le tracce? O il Salamico di Santa Croce e il Parmigiano reggiano e le pere Abate che non hanno avuto certamente bisogno, finora, di una De.C.O. comunale? E quanto investirà, il Comune, sulla De.C.O. stessa per dare un valore al rilascio di tanta denominazione? Staremo a vedere che cosa inventeranno gli esperti.