Sicurezza, giornali e percezione

Sempre in materia di contribuito dei media alla percezione dell'insicurezza, argomento contestatissimo e al centro di esplicite accuse di attacco alla libertà di stampa. Esce un rapporto della Prefettura, dopo una delle periodiche riunioni del Comitato provinciale per la Sicurezza e l'Ordine pubblico. Il rapporto inquadra la rissa avvenuta qualche tempo fa in via Ugo da Carpi fra gli “...episodi di illegalità compiuti da gruppi provenienti in massima parte da altre località, che ci sono verificati a Carpi e che hanno suscitato preoccupazione nella comunità”. Ma sulla Gazzetta diventa: “Spedizioni punitive, le bande armate vengono da fuori città”, che a qualcuno hanno fatto ricordare gli anni dello squadrismo. Sarà anche vero che qualche testimone ha visto balenare coltelli, in quella occasione, arrivando a parlare di un machete – tesi mai confermata dalle forze dell'ordine e basata su non meglio precisate “fonti ospedaliere” citate dal Corriere di Bologna  – e che un protagonista di quello scontro è finito a Baggiovara con una subamputazione di una mano. Ma il rapporto della Prefettura non contiene alcun riferimento ad armi e bande armate. (segue)

Quanto alla “passeggiata per la sicurezza” molto enfatizzata dal Carlino e allestita la sera di lunedì dagli onorevoli del Carroccio Gianni Tonelli e Guglielmo Golinelli, risoltasi nella malinconica camminata di una trentina di persone, per lo più di fuori città, tra piazza Martiri e dintorni, se n'è già scritto. Vale solo la pena sottolineare come aggettivi quali “spettrale” e “asfittico” riferiti dai suddetti parlamentari al centro storico di Carpi possano sì riferirsi alla scarsa vivacità del centro – peraltro confrontabile con i lunedì sera delle loro città d'origine, Cesena e Mirandola –, ma poco abbiano a che fare con la sicurezza inalberata a emblema della passeggiata.

 

Tornando al rapporto della Prefettura, è opportuno richiamare piuttosto l'attenzione sull'“elevato numero di presenze straniere”, ammesso dall'autorità di governo, e per il quale vengono auspicate “...iniziative che favoriscano la coesione sociale al fine di prevenire fenomeni di scontri tra le diverse etnìe”. E qui, è vero, c'è ancora tanto da fare per richiamare le diverse comunità, molto sensibili all'affermazione dei propri diritti, anche all'osservanza dei loro doveri.