Spigolature sanremesi

Il festival di Sanremo di quest’anno è riuscito nell’impresa di spostare i discorsi degli Italiani e dei media dalla pandemia. Ma Sanremo è Sanremo, si sa, e non lo si dice per caso: è uno slogan talmente longevo da essere entrato nella nostra mente con la stessa persistenza con cui entrano i luoghi comuni, del tipo “Non ci sono più le mezze stagioni” o “Non ci sono più i giovani di una volta”. Non importa verificarne l’evidenza scientifica, perché sono cose che non si mettono in discussione. Certo, il tema Covid è spuntato qua e là, quando si è discusso il caso del cantante Irama che a causa della quarantena sembrava non potesse partecipare alla competizione; oppure quando è stata ospitata l’infermiera Alessia Bonari o, ancora, quando un sosia di Freddy Mercury si è messo a cantare senza mascherina davanti all’Ariston, ma poi tutto sommato l’argomento Covid è rimasto confinato nella fase preliminare. Un mese prima dell’avvio della manifestazione infatti, Amadeus aveva annunciato di non voler condurre il festival davanti a una sala vuota, mentre il Ministro della Cultura Dario Franceschini cercava di sedare lo sgomento generato da quella dichiarazione sui gestori dei teatri, ormai chiusi da mesi. Ma poi la polemica, che sembrava incandescente e che aveva fatto largo anche a ipotesi bizzarre come quella della quarantena a bordo di una nave da crociera per pubblico e cast, è andata via via spegnendosi fino a smorzarsi quando il 2 marzo il teatro Ariston ha aperto i battenti senza pubblico né figuranti per il settantunesimo Festival di Sanremo, dopo il via libera del Comitato Tecnico Scientifico.

 

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